Cancellate dalla memoria, storie di donne nella grande guerra

«Queste storie non si leggono sui libri di scuola»

mercoledì 26 novembre 2014
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, il castello Svevo di Barletta ha ospitato un evento per ricordare le donne che durante la grande guerra si sono distinte per il loro valore. L'evento, animato dagli alunni del liceo scientifico "C. Cafiero" ha permesso di fare luce sugli aspetti della prima guerra mondiale più nascosti e dimenticati. «Queste storie non si leggono sui libri di scuola, pertanto noi oggi vogliamo raccontarle, e riflettere sulla violenza generata dalle guerre, che si riversa anche e soprattutto sulle donne» riferisce Giusi Caroppo, assessore alle politiche dell'identità culturale.

Nel corso della serata è emersa la figura si Maria Plozner Mentil, emblema di patriottismo, spirito di sacrificio e ferrea volontà, caratteristiche tipiche delle portatrici carniche, mogli e madri che si fecero carico del sostentamento dei soldati in trincea, trasportando beni di prima necessità. Colpita mortalmente da un cecchino austriaco mentre svolgeva il suo lavoro, fu insignita della medaglia d'oro al valor militare.

Gli studenti hanno inoltre presentato alcune storie, delineando in particolare i profili della regina Elena di Savoia , che si svestì dei panni di regina per indossare quelli di infermiera e di Angelica Barbaro, attivista politica socialista e profondamente femminista nonché di altre figure che, nel corso della guerra, hanno dato il loro sostegno ai militari.

All'evento ha partecipato Mariantonietta D'Urso, la quale ha rispolverato la storia della Croce Rossa Italiana e del ruolo giocato dalle infermiere durante il confltto. «È importante trasmettere le esperienze di queste donne valorose ai ragazzi» conclude il vicesindaco Anna Francabandiera, assessore alle Politiche Sociali, «affinché diventino prosecutori del lavoro di ricerca degli eroi della grande guerra e ci permettano di scoprire storie di altri uomini e donne che, credendo nei loro ideali, hanno avuto un ruolo determinante in quegli anni dolorosi».