Campagne elettorali, monotone.

Perchè sono tutte uguali? I non-luoghi dei candidati

venerdì 26 marzo 2010
A cura di Tommaso Francavilla
Le campagne elettorali sono tutte uguali, non c'è stata nessuna differenza tra le regionali 2010 e le regionali 2006. A cominciare dai non-luoghi dove la campagna elettorale si dovrebbe svolgere: le sedi elettorali, che sono solo locali affittati per un mese dove ci dovrebbero essere i sostenitori del candidato disponibili ad indirizzare il possibile elettore. Ma spesso queste sedi elettorali sono semi-vuote, e i sostenitori messi lì a far nulla, oppure a giocare a carte per ore e ore. L'arredamento è provvisorio: sedie e tavoli di plastica e i muri tappezzati di manifesti elettorali, affissi in modo ossessivo, uno accanto all'altro, spesso nemmeno i sostenitori del candidato resistono e preferiscono restare sulla soglia del locale, con facce annoiate, aspettando la chiusura.

La provvisorietà delle sedi e degli arredamenti rappresentano la provvisorietà della politica, infatti a Barletta molti partiti e partitini non hanno nemmeno una sezione di partito, ovvero quei luoghi di incontro e scambio di idee che un tempo caratterizzavano le nostre città. I messaggi sono affidati ai cartelloni,ai volantini, che sembrano santini laici pieni di buone intenzioni e qualità morali ed etiche che neanche il Dalai Lama si sogna, ma come si può invocare il valore della famiglia, se si è divorziati? Le foto e le pose elettorali sono sempre le stesse da anni, e quando il candidato si vuol svecchiare, lo vediamo indossare maglioncino blu su camicetta bianca al posto della cravatta, forse per venire incontro ai gusti casual dei giovani elettori.

I politicanti locali passano da uno schieramento politico all'altro in un baleno, confidando sulla nostra smemoratezza. Ora la politica si fa solo in tempo di elezioni , e i candidati politici in questo periodo sono disponibilissimi, li vedi dovunque, sempre pronti allo slogan facile, ma poi finite le elezioni spariscono chissà dove a leccarsi le ferite o a festeggiare, diventando semidei irraggiungibili, tornano nel loro Olimpo dal quale ridiscenderanno per le prossime elezioni, quando si reinventeranno il mestiere della politica, tentando di nuovo il «colpaccio».