Barletta verso il "No" alla prelazione per l'ex Palazzo delle Poste

Mancano le condizioni per poter procedere all'acquisto

martedì 22 dicembre 2020
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Il prezzo di 2,6 milioni di euro rende l'ex Palazzo delle Poste di Barletta un bene di lusso per le tasche del Comune. Non è certamente di poco conto una simile cifra per il bilancio dell'ente. Ne ha preso consapevolezza l'amministrazione comunale che ieri si è confrontata sulla questione in vista dei 60 giorni entro i quali il Consiglio dovrà decidere se esercitare o meno il diritto di prelazione sull'acquisto.

L'ipotesi si fa sempre più remota e meno percorribile. Non di certo perché manchi l'intendimento politico di acquisire nella disponibilità pubblica lo storico immobile, ma per motivi tecnico-amministrativi.

La strada valutata è quella di un mutuo per il quale però Cassa Depositi e Prestiti richiede che sia già esecutivo il bilancio di previsione 2021 che quest'anno il Comune di Barletta non ha ancora approvato. Ma, anche in caso di approvazione nei termini a disposizione, il debito che l'ente comunale dovrebbe sopportare per anni sarebbe comunque sproporzionato. Al prezzo di 2,6 milioni di euro, infatti, andrebbero aggiunti gli interessi maturati oltre alle inevitabili spese accessorie all'acquisto dell'immobile e, successivamente, quelle necessarie per la manutenzione. Il prezzo finale, ad occhio e croce, lieviterebbe parecchio.

L'orientamento in senso contrario alla prelazione sembra ormai chiaro. Prima di archiviare la questione però l'amministrazione intende ottenere una stima attuale del valore dell'immobile con tutta probabilità al di sotto di quella fissata quando tutto questo ebbe inizio, nel lontano 2002. Una valutazione dello stabile consentirebbe inoltre di conoscerne anche lo stato di conservazione interna.

Unica certezza a presidio della conservazione dell'ex Palazzo delle Poste resta il vincolo apposto dalla Soprintendenza archeologica sulla destinazione e sulla fruizione pubblica del bene immobile. Ogni intervento interno ed esterno, infatti, dovrà essere autorizzato e qualsivoglia utilizzo venga fatto dello stabile, questo dovrà essere conforme al vincolo di carattere storico-culturale. Nessun privato acquirente, dunque, potrebbe mai snaturare il palazzo di piazza Caduti in Guerra.