Barletta devota al suo Santo Patrono, San Ruggero

L'omelia di oggi di cardinal Monterisi

mercoledì 30 dicembre 2015 20.16
«Cari Fratelli e Sorelle, celebriamo oggi, in un clima di devozione e di gioia, la festa liturgica di San Ruggero, Vescovo di Canne e Patrono della nostra Arcidiocesi e della nostra Città di Barletta. Siamo riuniti qui, nella Chiesa a Lui intitolata, per offrire a Dio questa Eucarestia in onore di San Ruggero, mossi dalla nostra devozione per lui. In questo Anno Santo della Misericordia, poi, la festa odierna di San Ruggero è ancora più solenne, poiché oggi pomeriggio verrà aperta a Barletta la nuova Porta Santa della nostra Cattedrale. Attraversandola in un giorno qualsiasi, fino al 26 novembre prossimo, ci consentirà di lucrarne l'Indulgenza e di partecipare ai suoi frutti di misericordia e di grazia. Oggi, quindi, invocheremo San Ruggero in modo straordinario come Protettore delle nostre persone, delle nostre Famiglie e della nostra Città. Lo pregheremo, in particolare, perché tutta la nostra popolazione progredisca nella giustizia, nella concordia e nella solidarietà, e soprattutto nel senso religioso della nostra vita personale e sociale.

È opportuno innanzi tutto evocare la figura e l'opera di San Ruggero, per quanto lo consentono le scarne fonti storiche che ne parlano. Era nato a Canne della Battaglia, probabilmente nell'anno 1060 dopo Cristo. Crebbe in una famiglia cristiana, che gli diede una formazione profondamente religiosa. In quel periodo storico, il territorio della Puglia era oggetto di contesa fra i Normanni ed i Bizantini. Nel 1083 i Normanni avevano occupato la città di Canne e l'avevano data alle fiamme, lasciandola in una triste desolazione. I cannesi stentavano a riprendersi e venne a morire anche il loro Vescovo. A succedergli, fu eletto Ruggero, che si era distinto per santità di vita e senso di giustizia e di carità. La sua prima preoccupazione fu quella di sostenere moralmente ed anche materialmente la popolazione tanto provata. Un suo biografo scrisse che egli si adoperò nel sovvenire soprattutto alle necessità dei poveri, tanto che essi trovavano sempre nell'Episcopio di Ruggero un ricovero, ed anche il sostentamento materiale ed anche conforto e consolazione spirituale. In effetti, continua il biografo, il Vescovo Ruggero era "assai fervoroso per la salvezza delle anime". Egli si inserì in un movimento di carattere pastorale che si diffondeva nel mondo allora conosciuto. Era il rinnovamento della Chiesa Universale promosso all'inizio del Millennio da grandi Pontefici Romani come San Gregorio VII, Pasquale II e Gelasio II. Questi due ultimi Papi affidarono a San Ruggero vari delicati incarichi per comporre con la sua saggezza alcune controversie e ristabilire la pace nella Chiesa. La sua morte avvenne, secondo alcune fonti, il 30 dicembre 1129. Fu ben presto ritenuto e venerato come santo. Era stato sepolto nella cattedrale di Canne. Dopo diversi anni, quando la cittadine di Canne si stava spopolando, il suo corpo fu portato a Barletta e poi collocato in questa Chiesa. Crebbe la sua venerazione e la sua devozione nel popolo di Barletta, in modo da divenire il Patrono della nostra Città.

San Ruggero ha lasciato il ricordo di un Pastore illuminato e zelante del suo gregge. A questa sua caratteristica si riferiscono le letture della Sacra Scrittura che abbiamo appena ascoltato. Le prime due letture ci presentano le figure esemplari di due annunciatori della parola di Dio. Uno è il profeta Geremia, che riceve questa assicurazione da Dio stesso: "Io metto le mie parole sulla tua bocca". Si può dire che anche per San Ruggero la Parola di Dio era sempre sulla sua bocca. Egli era ritenuto grande predicatore, maestro delle verità della fede e della morale cristiana. Il secondo è San Paolo, che afferma: noi, "servi (del Popolo di Dio) per amore di Gesù, … non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore … (In tal modo) facciamo risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo". Come San Paolo, anche San Ruggero mise al centro della sua predicazione Cristo Gesù crocifisso e morto per i nostri peccati e Cristo Signore risorto per la nostra salvezza. San Ruggero ci insegna l'amore alla Parola di Dio, a leggere e meditare la Sacra Scrittura, ad ascoltare i Predicatori del Vangelo e ad istruirci nella dottrina cristiana. Questo è un punto importante. Purtroppo, è molto diffusa l'ignoranza religiosa in questi tempi. Il Vangelo di oggi ci offre l'immagine di Cristo Buon Pastore, che "conosce le sue pecore", che "dà la vita per le sue pecore" e vuole ricondurre "tutte le pecore ad un solo ovile sotto un solo pastore". Anche San Ruggero, nel suo compito di Vescovo di Canne, si è ispirato a Gesù Buon Pastore, negli anni calamitosi del suo tempo. Alla predicazione coraggiosa della Parola di Dio, unì il servizio pieno di carità e misericordia verso la popolazione affidatagli in quei momenti estremamente difficili.

In conclusione, ci possiamo domandare: cosa dice San Ruggero, A NOI che oggi celebriamo la sua festa? A NOI, che a Barletta oggi diamo inizio all'Anno Santo della Misericordia? Il suo messaggio è un appello alla speranza ed al coraggio. Come fece San Ruggero, che si impegnò con tutte le sue forze alla ripresa della sua città devastata, anche noi siamo chiamati a contribuire al bene generale della nostra società, spesso insoddisfatta, priva di valori, senza pudore, persino violenta. Certo, tanti problemi concreti delle nostre popolazioni hanno bisogno di soluzioni, spesso difficili ad individuare ed a realizzare; ma c'è bisogno soprattutto di una ricostruzione morale. Ciascuno di noi, al suo posto, può e deve portare la sua pietra, piccola o grande che sia.

Questo è l'Anno della Misericordia, in cui dobbiamo trovare tutti una nuova risolutezza nella fede e nel bene. Esso ci impegna nel compiere le opere di bontà e misericordia, spirituali e materiali. Proponiamo di venire incontro ai bisogni dei nostri concittadini, anche con il nostro sacrificio personale. Cerchiamo alleviare le sofferenze del nostro popolo, magari dando il nostro contributo economico alle associazioni che espressamente si occupano dei poveri. Quanti sono senza lavoro, negli ospedali, nella solitudine. La nostra vicinanza, il nostro conforto solleverebbe il loro spirito depresso. "Siate misericordiosi come è misericordioso il vostro Padre celeste", ci dice il Signore. Questi comportamenti di amore fraterno elevano e ricostruiscono la nostra società, malata di individualismo. Con la protezione della Vergine Maria, la nostra "Madonna dello Sterpeto", e di San Ruggero, nostro speciale Patrono, in questi periodi difficili del mondo, del nostro Paese e della nostra Città, possiamo migliorare tutti i campi del nostro vivere personale e sociale. La Madonna dello Sterpeto e San Ruggero ci ottengano l'aiuto spirituale per unire strettamente le nostre anime a Cristo e per essere, con Lui, solleciti al bene comune dei nostri fratelli. AMEN».

[Cardinale Francesco Monterisi]