Ambiente a misura di bambino? Non nel caso del parco giochi di via Barberini

Sporcizia e abbandono fanno bella mostra tra le colorate giostrine

lunedì 28 settembre 2015 10.39
Giostrine abbandonate, altalene arrugginite, scivoli erosi dal sole e lasciati all'incuria e all'azione degli agenti atmosferici, cestini colmi di rifiuti caduti a terra e sparsi un po' ovunque : questa è l'immagine con cui si presenta il parco giochi di via Barberini, nei pressi della mensa sociale.

Il gioco attraversa ogni fase della crescita di un bambino e non dev'essere affatto considerato una frivolezza ma campo privilegiato con cui ci si misura con il mondo. Giocare all'aperto assume un valore educativo ancora maggiore perché consente al piccolo il contatto con l'ambiente esterno e quindi una crescita dal punto di vista fisico e sociale. Per questa ragione indigna vedere un parco giochi, che poteva rappresentare una possibilità di svago e un ambiente ricreativo per i bambini del quartiere e non solo, in quello stato. Indigna perché in una società civile è doveroso garantire ambienti sicuri in cui giocare, affinare i sensi e sviluppare le competenze, tutte cose importanti nelle prime fasi della crescita di un individuo. Ci si lamenta spesso perché grandi e piccini trascorrono troppo tempo in casa dinanzi ad un computer, uno smartphone e un tablet. Le ripercussioni delle nostre abitudini si riverberano sui più piccoli che già a cinque anni preferiscono usare il tablet seduti in casa piuttosto che giocare al parco con i propri coetanei. E pensare che proprio lì, a pochi metri di distanza, si sorgendo quel famoso "parco dell'umanità" su cui già abbondano le polemiche: subirà lo stesso triste destino di questo parco giochi?

Poiché la realtà cittadina non offre moltissimi spazi verdi è giusto salvaguardare quelli che abbiamo ed è giusto garantire alle mamme che desiderano portare i propri figli all'aperto un luogo sicuro. «È possibile trovare un rimedio?» si interroga una mamma che ha segnalato questa situazione di disagio, appellandosi a chi ha la competenza di migliorare la situazione e di far tornare a nuova vita un parco giochi che appare «più simile ad uno scenario da film horror» che a misura di bambino.