Calcio
Pasquale Cascella: «Abbiamo il dovere di salvare il calcio a Barletta»
Il sindaco contribuisce alla raccolta fondi e lancia un ulteriore appello
Barletta - giovedì 30 luglio 2015
15.23
Ancora un appello, l'ennesimo di questi lunghi giorni di passione, lanciato dopo aver offerto il proprio personale contributo alla raccolta fondi in atto per salvare il Barletta calcio. Così, il sindaco Pasquale Cascella è tornato sull'argomento, stigmatizzando gli accadimenti di ieri sera (contestazioni nel corso del sit-in che hanno portato allo sfogo su Facebook della consigliera Giuliana Damato), ma, come detto, rilanciando ancora una volta un grido d'allarme, consapevole che il tempo sta davvero per scadere.
«Abbiamo il dovere di salvare il calcio a Barletta. Dall'appello siamo passati all'allarme. Ora è il momento di assumere ciascuno la propria parte di responsabilità, anche per offrire un esempio diverso, di consapevolezza e di serietà rispetto a certi spettacoli strumentali e volgari messi in scena nelle ultime ore, persino nell'aula del Consiglio comunale, che offendono anzitutto lo spirito civico dei tanti tifosi e sportivi che in quegli stessi momenti esprimevano la loro preoccupazione. Altra è l'immagine vera della città, ed è compito di tutti i cittadini farla valere. Ecco perché questa mattina ho versato il mio personale contributo. Spero si sia in tanti a farlo, così da mettere in campo uno sforzo che cancelli contraddizioni, ritardi, inadempienze e opacità che purtroppo hanno condizionato e ancora pesano sulle sorti del calcio a Barletta.
Si può ricominciare, almeno sul piano dilettantistico. Urge mettere in campo – riprendendo l'espressione con cui sin dal primo momento della crisi mi sono rivolto agli imprenditori, ai professionisti e alle associazioni calcistiche sociali e sportive della città – la passione per costruire la soluzione che consenta al Barletta Calcio di rigenerarsi. A questo punto mi rivolgo a tutti: chi può dia il suo contributo, piccolo o grande che sia, almeno per mettere a punto le pratiche che devono essere compiute entro il 3 agosto per l'ammissione a uno dei campionati dilettantistici. E' il primo calcio perché la partita possa iniziare. Poi si tratterà di strutturare la società e tenere in campo la squadra. Ma garantire la rappresentanza in un campionato consente di ripartire dalla migliore tradizione sportiva dell'intera città».
«Abbiamo il dovere di salvare il calcio a Barletta. Dall'appello siamo passati all'allarme. Ora è il momento di assumere ciascuno la propria parte di responsabilità, anche per offrire un esempio diverso, di consapevolezza e di serietà rispetto a certi spettacoli strumentali e volgari messi in scena nelle ultime ore, persino nell'aula del Consiglio comunale, che offendono anzitutto lo spirito civico dei tanti tifosi e sportivi che in quegli stessi momenti esprimevano la loro preoccupazione. Altra è l'immagine vera della città, ed è compito di tutti i cittadini farla valere. Ecco perché questa mattina ho versato il mio personale contributo. Spero si sia in tanti a farlo, così da mettere in campo uno sforzo che cancelli contraddizioni, ritardi, inadempienze e opacità che purtroppo hanno condizionato e ancora pesano sulle sorti del calcio a Barletta.
Si può ricominciare, almeno sul piano dilettantistico. Urge mettere in campo – riprendendo l'espressione con cui sin dal primo momento della crisi mi sono rivolto agli imprenditori, ai professionisti e alle associazioni calcistiche sociali e sportive della città – la passione per costruire la soluzione che consenta al Barletta Calcio di rigenerarsi. A questo punto mi rivolgo a tutti: chi può dia il suo contributo, piccolo o grande che sia, almeno per mettere a punto le pratiche che devono essere compiute entro il 3 agosto per l'ammissione a uno dei campionati dilettantistici. E' il primo calcio perché la partita possa iniziare. Poi si tratterà di strutturare la società e tenere in campo la squadra. Ma garantire la rappresentanza in un campionato consente di ripartire dalla migliore tradizione sportiva dell'intera città».