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Mimmo Zingrillo: «Noi costretti a fare i dirigenti, saremmo lieti di tornare a fare i tifosi»

Il consigliere del Barletta 1922 spiega in tv i motivi delle dimissioni

Sono arrivate nel pomeriggio di ieri, quasi come un fulmine a ciel sereno, le dimissioni in blocco dalla dirigenza dell'ASD Barletta 1922. Il direttivo, sorto dalle ceneri del Barletta club "I Biancorossi" ha deciso quindi di mettere a disposizione il titolo sportivo biancorosso nelle mani di chi abbia la forza economica di tirar fuori il Barletta dalle sabbie mobili dell'Eccellenza per riportarlo in categorie più consone. Ma quali sono i motivi che hanno spinto Francesco Digiorgio e compagnia a questa decisione?

Ha provato a spiegarli nel corso della trasmissione televisiva di Amica 9 Goal su Goal il consigliere dimissionario del Barletta 1922 Mimmo Zingrillo che ha fatto partire la sua disamina dai motivi che hanno portato il direttivo uscente ad assumere il controllo del club biancorosso: «»Voglio partire da principio, dicendo che noi siamo stati costretti a prendere in mano la situazione quando nello scorso luglio di concerto con l'amministrazione comunale si è deciso di intervenire per scongiurare il rischio che il Barletta non si iscrivesse nemmeno alla terza categoria ed ecco allora che si pensò di procedere alla raccolta fondi. Allo stesso tempo, in quel momento, l'unica società con i titoli per essere iscritta all'Eccellenza in maniera rapida era casualmente l'A.S.D. Barletta club "I Biancorossi" che aveva un direttivo, nato per sostenere la squadra da tifosi e non da dirigenti.

Iscritta la squadra al 3 di agosto, abbiamo messo in piedi in circa 20 giorni una struttura societaria e sportiva anche grazie all'aiuto dell'amministrazione e dell'imprenditoria locale cha ha partecipato con quote consistenti che ci hanni anche permesso di avere un fondo cassa consistente. Alla fine di ciò abbiamo messo su una squadra che aldilà degli anatemi di qualcuno che la definiva parrocchiale sta dando buoni risultati anche grazie alla presenza di tanti barlettani».

Fatta questa premessa, ecco che Zingrillo è passato ai motivi delle dimissioni: «Venendo alle motivazioni che ci hanno spinto alle dimissioni, è molto semplice individuarle oltre che nelle critiche e nella pretesa di qualcuno che da 15-20 giorni a questa parte ci stava cominciando a chiedere una squadra da vertice, anche nella mancanza di uno stadio che ci consenta di avere incassi necessari per sostenere tutte le spese. In queste condizioni noi non possiamo andare avanti, anche se stiamo andando avanti con i grandi contributi che stiamo generosamente ricevendo e che permetterà a chiunque voglia entrare dando ovviamente garanzie di lealtà e di serenità senza dover sborsare praticamente nulla fino a dicembre. La persona che poi vorrà prendere le redini della società potrà avvalersi del nostro contributo in virtù dell'esperienza che stiamo maturando a costo zero e anche rimettendoci in tempo e denaro, o decidere di farci tornare a fare i tifosi, cosa di cui saremo ben lieti.

Certo è che davvero non è possibile che non ci sia nessuno in una città di 100mila abitanti con un'economia che comunque ha un suo perchè, che con uno sforzo di poche decine di migliaia di euro possa pensare di prendere la squadra e condurla ad un campionato di vertice. Noi siamo stufi di dover rincorrere queste situazioni, rincorre imprenditori vari e gente che scrive e parla. Vogliamo tornare a fare i tifosi, garantiamo l'ordinaria amministrazione fino al 31 ottobre sperando che qualcuno si avvicini, se non avverrà potremo andare anche oltre con una sorta di autogestione ma vederemo cosa accadrà». Queste dunque le parole di Zingrillo che esprime il punto di vista della dirigenza uscente.

Nel corso della stessa trasmissione va segnalato anche l'intervento dell'assessore allo sport Antonio Divincenzo che ha ringraziato la dirigenza dimissionaria per il lavoro svolto, ha sottolineato l'impegno costante dell'amministrazione comunale per la causa Barletta calcio ed ha rimarcato come la scottatura della gestione Perpignano, qualche incidente di troppo come quello accaduto nell'amichevole contro il Bisceglie di questa estate al Manzi-Chiapulin non abbiano certamente aiutato gli imprenditori ad avvicinarsi al Barletta calcio. A questo, l'assessore ha ovviamente aggiunto la questione stadio con un "Puttilli" che si spera di poter riavere «Nei primi mesi del 2016, almeno a capienza ridotta alla sola tribuna, che sarà nuova, di cemento armato e dotata di spogliatoi» e con un "Manzi-Chiapulin" per i cui lavori di ampliamento «Servirebbero 250mila euro, e tempi burocratici piuttosto ampi».
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