Calcio
Memorial Pietro Mennea, avvio tra l'eco di Rosi e il calcio d'inizio di Damato
La storica cronaca del record di Città del Messico al "Puttilli"
Barletta - mercoledì 20 agosto 2014
19.29
La sua immagine sorridente e colma di gioia al raggiungimento dell'oro olimpico a Mosca nel 1980, quel famoso "ditino" alzato al cielo che ha fatto il giro del mondo, la sua gente e in sottofondo la voce di Paolo Rosi che ne faceva rivivere le immortali gesta. Il "Cosimo Puttilli" ha voluto onorare così oggi pomeriggio la figura di Pietro Mennea, simbolo e icona barlettana, italiana e mondiale scomparso il 21 marzo 2013 a Roma all'età di 61 anni, in un caldo pomeriggio primaverile, come il clima che si respirava in Russia 34 anni fa: sulla pista dell'impianto barlettano per pochi attimi intorno alle 18 il tempo, mentre le parole della celeberrima telecronaca svolazzavano nell'aria dei cieli barlettani, si è quasi fermato, permeato com'era di ricordi ed emozioni, quelle che Mennea sulle piste ha sempre regalato alla sua città.
Nato in una modesta famiglia di Barletta, da padre sarto e mamma casalinga, nel palmares di Mennea le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici. A soli quindici anni sfidava Porsche ed Alfa Romeo, in viale Giannone a Barletta, Pietro Paolo Mennea; i giovani dell'epoca si intrattenevano a vederlo correre sino alle tre di notte, perché era un piacere assistere alla folle corsa di questo giovinetto, che con le 500 lire vinte da queste piccole scommesse, si pagava la merenda per la scuola, fino all'impegno filantropico in qualità di co-Fondatore e Presidente della Fondazione che porta il suo nome.
In vita, Mennea ha fatto dell'asfalto la sua via di vita e dei suoi piedi il suo volere. Prima del fischio d'inizio uno splendido stendardo rappresentante il campione barlettano esultante in quel di Mosca nel 1980 è stato affisso prima della partita al centro del campo, con la scritta "Pietro Mennea, la tua corsa continua". Circa 1000 tifosi ne hanno onorato la memoria oggi pomeriggio al "Puttilli", per un Memorial inaugurato dal calcio d'inizio dell'arbitro internazionale barlettano Antonio Damato. Uno "start" dal sapore iridato per un campione di portata mondiale, come l'esempio che ha lasciato in dote.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Nato in una modesta famiglia di Barletta, da padre sarto e mamma casalinga, nel palmares di Mennea le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici. A soli quindici anni sfidava Porsche ed Alfa Romeo, in viale Giannone a Barletta, Pietro Paolo Mennea; i giovani dell'epoca si intrattenevano a vederlo correre sino alle tre di notte, perché era un piacere assistere alla folle corsa di questo giovinetto, che con le 500 lire vinte da queste piccole scommesse, si pagava la merenda per la scuola, fino all'impegno filantropico in qualità di co-Fondatore e Presidente della Fondazione che porta il suo nome.
In vita, Mennea ha fatto dell'asfalto la sua via di vita e dei suoi piedi il suo volere. Prima del fischio d'inizio uno splendido stendardo rappresentante il campione barlettano esultante in quel di Mosca nel 1980 è stato affisso prima della partita al centro del campo, con la scritta "Pietro Mennea, la tua corsa continua". Circa 1000 tifosi ne hanno onorato la memoria oggi pomeriggio al "Puttilli", per un Memorial inaugurato dal calcio d'inizio dell'arbitro internazionale barlettano Antonio Damato. Uno "start" dal sapore iridato per un campione di portata mondiale, come l'esempio che ha lasciato in dote.
(Twitter: @GuerraLuca88)