Calcio a 5 femminile
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Caso "Salinis", arriva la condanna del Giudice Sportivo

Ammenda di 15mila euro, un DASPO e due squalifiche dopo l'aggressione ai due arbitri barlettani

In un calcio dove senza dubbio già il professionismo stesso non dona esempi di fair-play nè tantomeno di rispetto verso la classe arbitrale, in un clima mai disteso nel triangolo giocatori-tifosi-arbitri dove spesso gli ultimi sono quelli che subiscono conseguenze (più o meno gravi), anche categorie ritenute "minori" (dal pubblico) mostrano il proprio lato antisportivo e negativo in un contesto, quello dello sport, che dovrebbe dare un esempio edificante.

Arrivano, infatti, le risposte del giudice sportivo sul caso "Salinis" di cui avevamo già trattato in un articolo precedente. Un clima surreale quello del match di calcio a 5 femminile tra Salinis - Futsal Portos durante la quale i direttori di gara erano già stati bersagli di frasi ingiuriose pesanti rivolte ai loro confronti, clima che si è risolto nell'aggressione fisica. I due arbitri della sezione AIA di Barletta, Raffaele Ziri e Ruggiero Chiariello sono stati trasportati presso il Pronto soccorso di Barletta e lasciati con diversi giorni di prognosi a causa delle violenze subite.

Un evento che ha avuto conseguenze pesantissime sulla società di Margherita di Savoia, una ghigliottina tremenda quella del giudice sportivo che ha condannato la società Salinis Femminile all'esclusione dal prossimo campionato per la stagione 2016/2017, ammenda da 15000 euro, inibizione (fino al 30 Aprile 2018) di uno dei dirigenti della società e squalifiche dell' allenatore D'Ambrosio Vito (fino al 30 Giugno 2018) e del calciatore Cosimo Damiano Staso (fino al 31 Dicembre 2016), tesserato della società Salinis Calcio a 5 Maschile.

Un episodio poco edificante, per nulla sportivo, che lascia ancora spazio ai quesiti sul mondo del calcio e di quanto questo sia vissuto nel modo sbagliato e più scorretto possibile, se paragonato alla maniera in cui il tifo è vissuto in altri sport. Pagine di vergogna per quello che dovrebbe essere un momento di divertimento che si trasforma in violenza, che non aiuta a migliorare la condizione dei direttori di gara non solo in Puglia ma in tutta la nazione. Quello della società "Salinis" non è un caso isolato ma una reiterazione di un comportamento visto su qualsiasi campo di periferia e di categorie inferiori dove, molto spesso, i direttori di gara sono ragazzi, non uomini, che subiscono violenze come queste per un errore che giocatori e tifosi non riescono a tollerare.
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