Calcio
Barletta 1922, è l'ora della svolta?
La squadra vola e la svolta societaria è ad un passo
Barletta - martedì 24 novembre 2015
1.34
Tre vittorie in una settimana (quattro consecutive), terzo posto agganciato e svolta societaria ad un passo. Dopo mesi di sofferenza forse ci siamo (il forse inseriamolo sempre, non si sa mai), la svolta sembra essere davvero ad un passo. Probabilmente era difficile immaginarsi a fine novembre in una posizione simile, era difficile pensare, visto come si era partiti, di essere alle porte del mercato in piena zona play-off e con la concreta possibilità di giocarsi le proprie carte per traguardi importanti, ma la realtà è questa ed è il momento di viverla.
Un meccanismo (quasi) perfetto da non stravolgere
Alla vigilia del triplice impegno partito con la trasferta a Castellaneta, proseguito poi a Mola e terminato domenica nel derby, il nostro auspicio era quello di rivedere un Barletta bello in trasferta e di portare a casa quanti più punti possibili: beh, è andata meglio di quanto potessimo immaginare. En plein di vittorie, 9 gol fatti e 2 subiti, terzo posto agganciato. Questo Barletta è ormai diventato un meccanismo quasi perfetto (il quasi è d'obbligo perchè qualsiasi squadra è migliorabile), una squadra solida guidata da un allenatore a cui va dato il merito di aver plasmato questi ragazzi in maniera pressochè ineccepibile. I numeri nel calcio sono una religione e se prendiamo quelli del Barletta scopriamo come siano davvero indiscutibili. I 17 gol fatti a fronte dei 12 subiti rappresentano infatti al meglio la realtà di una squadra equilibrata, forte nella fase difensiva e pungente in quella offensiva nella quale è trascinata da due uomini, Ladogana e Sguera, che hanno collezionato 13 delle 17 segnature totali. Questo ingranaggio, oliato partita dopo partita ha permesso ai biancorossi di raggiungere traguardi solo auspicabili ma non immaginabili, ed ora va solo leggermente modificato. Andare a snaturare una squadra ed un gruppo così affiatato potrebbe avere controindicazioni e non portare gli effetti sperati.
La settimana della verità
Ovviamente, per parlare di modifiche all'organico si deve necessariamente avere una società in grado di poterle apportare. Ebbene, questa dovrebbe essere la settimana decisiva per l'approdo della nuova proprietà che dovrebbe far capo a Francesco Fiore. L'ex presidente della Fidelis Andria, dimessosi la scorsa settimana dalla carica di vice-presidente della società federiciana è atteso al passo definitivo che gli consentirà di diventare il n. 1 del Barletta 1922. In tal senso, i prossimi giorni dovrebbero essere decisivi per mettere fine a mesi di voci ed indiscrezioni. Ovviamente, per Fiore o per chi in caso di clamorosi colpi di scena (che con il Barletta non sono mai da escludere) dovesse prendere in mano le redini del sodalizio biancorosso, fattore imprescindibile sarà la questione stadio. La soluzione di ampliamento del "Manzi-Chiapulin" con conseguente spesa di 260mila euro sembra essere al momento quella più gettonata ma non è escluso, viste anche le perplessità che giungono da più parti, che questa ipotesi venga rimessa in discussione con l'obiettivo di convogliare le risorse verso l'adeguamento definitivo del "Puttilli" di modo da averlo a disposizione ben prima delle ventilate ipotesi che lo vedrebbero riaperto solo nel 2017. Quella dello stadio sarà una questione vitale per la nuova proprietà e di sicuro catalizzerà le attenzioni dell'ambente biancorosso che intanto attende fiducioso la famosa svolta.
Un meccanismo (quasi) perfetto da non stravolgere
Alla vigilia del triplice impegno partito con la trasferta a Castellaneta, proseguito poi a Mola e terminato domenica nel derby, il nostro auspicio era quello di rivedere un Barletta bello in trasferta e di portare a casa quanti più punti possibili: beh, è andata meglio di quanto potessimo immaginare. En plein di vittorie, 9 gol fatti e 2 subiti, terzo posto agganciato. Questo Barletta è ormai diventato un meccanismo quasi perfetto (il quasi è d'obbligo perchè qualsiasi squadra è migliorabile), una squadra solida guidata da un allenatore a cui va dato il merito di aver plasmato questi ragazzi in maniera pressochè ineccepibile. I numeri nel calcio sono una religione e se prendiamo quelli del Barletta scopriamo come siano davvero indiscutibili. I 17 gol fatti a fronte dei 12 subiti rappresentano infatti al meglio la realtà di una squadra equilibrata, forte nella fase difensiva e pungente in quella offensiva nella quale è trascinata da due uomini, Ladogana e Sguera, che hanno collezionato 13 delle 17 segnature totali. Questo ingranaggio, oliato partita dopo partita ha permesso ai biancorossi di raggiungere traguardi solo auspicabili ma non immaginabili, ed ora va solo leggermente modificato. Andare a snaturare una squadra ed un gruppo così affiatato potrebbe avere controindicazioni e non portare gli effetti sperati.
La settimana della verità
Ovviamente, per parlare di modifiche all'organico si deve necessariamente avere una società in grado di poterle apportare. Ebbene, questa dovrebbe essere la settimana decisiva per l'approdo della nuova proprietà che dovrebbe far capo a Francesco Fiore. L'ex presidente della Fidelis Andria, dimessosi la scorsa settimana dalla carica di vice-presidente della società federiciana è atteso al passo definitivo che gli consentirà di diventare il n. 1 del Barletta 1922. In tal senso, i prossimi giorni dovrebbero essere decisivi per mettere fine a mesi di voci ed indiscrezioni. Ovviamente, per Fiore o per chi in caso di clamorosi colpi di scena (che con il Barletta non sono mai da escludere) dovesse prendere in mano le redini del sodalizio biancorosso, fattore imprescindibile sarà la questione stadio. La soluzione di ampliamento del "Manzi-Chiapulin" con conseguente spesa di 260mila euro sembra essere al momento quella più gettonata ma non è escluso, viste anche le perplessità che giungono da più parti, che questa ipotesi venga rimessa in discussione con l'obiettivo di convogliare le risorse verso l'adeguamento definitivo del "Puttilli" di modo da averlo a disposizione ben prima delle ventilate ipotesi che lo vedrebbero riaperto solo nel 2017. Quella dello stadio sarà una questione vitale per la nuova proprietà e di sicuro catalizzerà le attenzioni dell'ambente biancorosso che intanto attende fiducioso la famosa svolta.