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Asd Barletta Sportiva, un capolavoro di squadra alla 100km del Passatore
Importantissimo risultato nell'ultramaratona più importante d'Italia
Barletta - domenica 5 giugno 2016
11.57
«Un capolavoro di squadra. Un'impresa del collettivo. Un exploit che premia l'impegno, il sacrificio, il sudore e l'abnegazione del gruppo». Felice per la clamorosa impresa della Barletta Sportiva alla "100 km del Passatore" interviene Enzo Cascella, presidente dell'ASD Barletta Sportiva, raccontando della prestigiosa ultramaratona con partenza da Firenze ed arrivo a Faenza che ha coinvolto circa 3000 partecipanti.
«Senza se, senza ma, fino a Faenza! Questo il nostro motto, ma di sé e di ma ne abbiamo dovuti affrontare e superare tanti, forse più di quanto immaginavano. La partenza è stata una fortissima emozione, una di quelle che ti entrano nel cuore e di là non esce più, ma ci ha messo anche di fronte alla prima difficoltà, temperatura 31° e un tasso di umidità altissimo. Siamo partiti un po' divisi fra i 3000 partecipanti, ma il pensiero ci ha legati per tutto il percorso, e fra chi aveva il telefono c'è stato sempre un filo diretto. Sapere come stavano Decio, Andrea, Maria, Girolamo, Nicola, Maria, Michele, Mary, Giuseppe e Giacomo, tutti alla prima esperienza, è stato un pensiero costante, anche se ognuno di loro aveva come compagno di gara qualcuno che il Passatore lo conosceva bene come Angela, Michele, Nunzia, Mimmo, Vito, Emanuele, Nicola, Gionata, Mariella, Giuseppe, Rino, Emanuele Ruggiero, Vito e Pasquale. Ma purtroppo questo non è bastato per evitare al 50 km il ritiro dei primi 2 amici e al 75 di un altro ancora, una decisione sofferta ma che comunque dimostra e conferma che è vero che queste gare ti fanno capire il proprio limite, ma è anche vero che la salute ha la priorità su tutto e Decio, Emanuele e Giacomo chi hanno dato lezione di questo.
Il resto del gruppo continua il suo percorso nell'Appennino Tosco/Emiliano, in piena notte, e dovrà fare i conti con altre mille emozioni, dal freddo alla solitudine, dalla stanchezza alla sofferenza, dalla paura all'amicizia, dall'orgoglio alla vittoria e dal rispetto alla sfida e vivendole tutte, ma proprio tutte, uno alla volta abbiamo tagliato quel traguardo che per molti è un punto di arrivo, ma per chi fa il Passatore è un punto di partenza perché dopo quel traguardo sarai un'altra persona e vivrai in modo diverso. Senza se... Senza ma... Siamo arrivati a Faenza».
«Senza se, senza ma, fino a Faenza! Questo il nostro motto, ma di sé e di ma ne abbiamo dovuti affrontare e superare tanti, forse più di quanto immaginavano. La partenza è stata una fortissima emozione, una di quelle che ti entrano nel cuore e di là non esce più, ma ci ha messo anche di fronte alla prima difficoltà, temperatura 31° e un tasso di umidità altissimo. Siamo partiti un po' divisi fra i 3000 partecipanti, ma il pensiero ci ha legati per tutto il percorso, e fra chi aveva il telefono c'è stato sempre un filo diretto. Sapere come stavano Decio, Andrea, Maria, Girolamo, Nicola, Maria, Michele, Mary, Giuseppe e Giacomo, tutti alla prima esperienza, è stato un pensiero costante, anche se ognuno di loro aveva come compagno di gara qualcuno che il Passatore lo conosceva bene come Angela, Michele, Nunzia, Mimmo, Vito, Emanuele, Nicola, Gionata, Mariella, Giuseppe, Rino, Emanuele Ruggiero, Vito e Pasquale. Ma purtroppo questo non è bastato per evitare al 50 km il ritiro dei primi 2 amici e al 75 di un altro ancora, una decisione sofferta ma che comunque dimostra e conferma che è vero che queste gare ti fanno capire il proprio limite, ma è anche vero che la salute ha la priorità su tutto e Decio, Emanuele e Giacomo chi hanno dato lezione di questo.
Il resto del gruppo continua il suo percorso nell'Appennino Tosco/Emiliano, in piena notte, e dovrà fare i conti con altre mille emozioni, dal freddo alla solitudine, dalla stanchezza alla sofferenza, dalla paura all'amicizia, dall'orgoglio alla vittoria e dal rispetto alla sfida e vivendole tutte, ma proprio tutte, uno alla volta abbiamo tagliato quel traguardo che per molti è un punto di arrivo, ma per chi fa il Passatore è un punto di partenza perché dopo quel traguardo sarai un'altra persona e vivrai in modo diverso. Senza se... Senza ma... Siamo arrivati a Faenza».