Giuseppe Perpignano, presidente del Barletta Calcio
Giuseppe Perpignano, presidente del Barletta Calcio
Calcio

16 febbraio 2015, il giorno più lungo del Barletta calcio

Dal rebus pagamenti all'affidamento della procura a vendere. Cronaca di una giornata che resterà nella storia

"Il 16 febbraio, non ci saranno problemi, fidatevi". Ci eravamo lasciati così, lo scorso 3 gennaio al termine di una convulsa conferenza stampa nella quale Giuseppe Perpignano raccontava ai cronisti ed a tutto l'ambiente biancorosso di come si prendano "Due punti di penalizzazione per il bene della società" e di come aveva avuto "Dei problemi nei pagamenti scaturiti dalla mancata riscossione della Lega di una somma che mi spetta!". Tutte storie nuove alle orecchie di un tifoso di calcio, scarsamente avvezzo a sentirsi raccontare di penalizzazioni "buone" e mancati pagamenti per "cause nobili". Si aspettava con ansia allora il fatidico 16 febbraio, tra voci che si rincorrevano l'una con l'altra, tra buoni presagi e cattivi presagi con l'amaro scontro fratricida tra coloro che "Ho saputo che paga, non date retta ai tirapiedi" (termine quest'ultimo tra i più inflazionati sul web negli ultimi mesi) e coloro che invece purtroppo a giusta ragione ammonivano "Non riuscirà a saldare siamo rovinati". Ed eccolo dopo poco più di un mese il 16 febbraio arrivato a narrare la storia di un grande amore messo in pericolo da un uomo venuto da lontano non si comprende bene il perchè e di un popolo innamorato che sta facendo di tutto per salvarlo.

Sin dal mattino, si comprende che non sarebbe stata una giornata come le altre. Si narra, di un presidente Perpignano sereno e quasi irriverente dinanzi ai problemi, andare a passeggio per la città mentre i suoi giocatori, intenti ad accingersi al loro pranzo trovano rimostranze da chi avrebbe dovuto servirglielo, stanco dei continui rinvii nei pagamenti. Con il passare delle ore il tam tam si fa incessante: "Perpignano è scappato a Genova", "Perpignano è all'ipermercato", "Perpignano è a casa" ma tra un avvistamento e l'altro la certezza che l'uomo venuto da Genova non avrebbe pagato alcunchè si fa sempre più concreta. Tra le tante voci, quella reale è quella che vuole il presidente nella sua abitazione barlettana barricato con il segretario generale Damato e il direttore generale Cascella ed intento a decidere il da farsi, il tutto mentre al "Puttilli", in un clima plumbeo con le stanze societarie desolatamente vuote alla presenza di qualche giocatore e dei pochi superstiti dello staff si attende qualche novità.

L'aria che si respira è funerea e a chi c'era anche nel 1995 sembra di rivivere un brutto dejà vu. La situazione con il passare delle ore si fa sempre più convulsa, non si riesce a comprendere quale possa essere la via d'uscita, l'ambiente biancorosso resta con il fiato sospeso. Nel cuore del pomeriggio, intorno alle 17, una delegazione di tifosi incontra il n. 1 genovese facendogli presente come le circostanze stiano diventando davvero insostenibili. Seguono lunghe ore di riflessione, il popolo biancorosso in ansia attende sotto l'abitazione di Perpignano. Verso le 18,30 comincia a circolare una prima ipotesi risolutiva: "Il presidente lascia, consegnerà le squadra nelle mani del sindaco". I tifosi e il segretario generale Domenico Damato allacciano i contatti con l'amministrazione, il sindaco però è fuori sede e l'assessore allo sport Divincenzo non ha potere di firma, anche questa ipotesi naufraga: che fare? Intorno alle 20 la svolta.

Perpignano abbandona la sua casa, che per una giornata intera è stata l'ombelico del mondo biancorosso e si reca nello studio notarile Napoletano nel centro cittadino in compagnia di Domenico Damato, Davide Cascella e di una delegazione del tifo organizzato capeggiata dallo storico leader Donato Fanelli. Successivamente arriva anche l'ex presidente biancorosso, l'avvocato Francesco Sfrecola. Dopo circa un'ora il finale che tutti conosciamo: il presidente Perpignano affida la procura a vendere le quote societarie in suo possesso, pari all'80% del pacchetto, a Donato Fanelli che incarna così con il suo gesto tutto l'amore della tifoseria barlettana verso la propria squadra. Si conclude così una giornata lunghissima, ricca di colpi di scena, una giornata nella quale tutto l'ambiente si è stretto attorno al suo Barletta nel momento di difficoltà con l'intendo di provare a tirarlo fuori da una situazione che stava diventando irrecuperabile. La strada verso la sopravvivenza è ancora lunga, ma un piccolo passo è stato fatto. Ora con il contributo di tutti, si potrà raggiungere il risultato più grande, quello della salvezza vera e propria senza dimenticare ovviamente di sostenere quel gruppo di uomini veri che nonostante tutte le vicissitudini la salvezza se la sta sudando sul rettangolo verde.
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