Pasquale Cascella
Pasquale Cascella
Politica

Cascella: «Grandi opere sono prossime, prosegue l’iter per il nuovo PUG»

Canne della Battaglia e questione mare. La seconda parte dell’intervista

Continua l'intervista al sindaco Pasquale Cascella, dopo le questioni politiche esacerbate nella prima parte, ponendo domande tematiche riguardanti alcune delle principali questioni del contesto barlettano a cui il primo cittadino non si è sottratto fornendo risposte anche a questiti parecchio spinosi.

Chiaro fin da subito è stato lo "STOP" alle varianti al Piano Regolatore e al costruire per costruire. Collegamento logico è il recupero del 'già costruito', come delineato anche dai vari Piani regionali, in primis il Piano Paesaggistico. A che punto siamo con il nuovo PUG?
«Il Piano Urbanistico non è un nuovo Piano Regolatore, ma consente di intervenire sulla nuova idea di costruzione di una città: il PUG è uno strumento di co-pianificazione. Per poter realizzare questo Piano siamo andati a recuperare tutti i documenti del passato di questa città: è venuto fuori di tutto e la deliberazione del Consiglio comunale va proprio nella direzione di prendere in considerazione il "già costruito"; questo passaggio, dunque, lo abbiamo concluso, ora si dovrà procedere in questa direzione. Mi aspetto sempre che ci sia una forma di partecipazione, anche diversa da quella dimostratasi finora: ciascun costruttore deve seguire con coerenza il modello costruttivo del palazzo accanto; tutto questo s'inserisce in un discorso di progettazione della viabilità, incluso il Piano Coste. È assurdo vedere il territorio deturpato da cantieri che lasciano rifiuti di ogni genere, amianto e danni vari. Non so indicare i tempi definitivi, ma ciò che posso dire è che si procede speditamente in una direzione risolutiva, stiamo cercando di risolvere gli enormi problemi che incontriamo per strada».

La questione mare è 'croce e delizia' di questa città. Sul Piano Coste si sono consumati tanti incontri e molto inchiostro: la prossima stagione estiva Barletta arriverà ancora impreparata?
«Se avessi la bacchetta magica, la questione mare sarebbe la prima cosa che risolverei. La prossima settimana ci sarà una riunione in Regione in cui si affronterà la questione della progettazione cercando di intercettare i nuovi finanziamenti europei. La problematica non è semplice: il collettore delle acque non regge; secondo, ci sono gli allacciamenti abusivi a quella struttura; terzo, dobbiamo convogliare gli scarichi fognari che arrivano dalla periferia; quarto, garantire la pulizia del mare attraverso un funzionale sistema di depurazione, su cui alcuni passi sono già stati mossi. Il vero problema è rimettere ordine alla canalizzazione: sono ben sette i canali che scaricano a mare. Garantire la qualità del mare è un impegno notevole: noi pensiamo di candidare dei progetti alla nuova programmazione europea 2014-2020. Non faccio come altri che annunciano di risolvere tutto domani, ma mi affido al percorso intrapreso».

Capisco già che non potrà darmi dei tempi riguardanti l'epocale opera del passaggio a livello di via Andria, importante ingranaggio su cui già diverse amministrazioni si sono cimentate con scarsi risultati. Sarà lei il Sindaco che assoceremo all'inizio dei lavori?
«Barletta è una città molto conflittuale: non c'è opera che non incontri il contenzioso giudiziario aperto da una parte chiamata in causa. Abbiamo appena superato il contenzioso sul passaggio vicino al Santuario. La settimana prossima ci sarà un'ordinanza che cambierà la viabilità dalle parti di Via Einaudi e Via Fracanzano, dove si dovrà realizzare un altro sottovia. Una volta risolte le situazioni in queste due valvole di più periferiche, dovremo mettere mano ai lavori in Via Andria, che appaiono molto complessi, riguardando sia la parte delle Ferrovie dello Stato, sia la parte della Ferrotramviaria, quindi Via Veneto. Le opere sono partite, non credo che sarò ancora Sindaco fino al termine di questo lungo percorso già avviato, ma l'importante è proseguire su questa strada. Io non ho l'abitudine di annunciare le cose prima di farle, la settimana prossima ne sapremo di più».

Il turismo è un sistema, necessario per una rinascita economica e culturale di Barletta. Quali crede siano le priorità? E Canne della Battaglia?
«Sul quesito che il Ministero si era posto riguardo a Canne della Battaglia, se dovessimo parlare di sito archeologico separato dal polo museale, la nostra risposta è stata quella che non si può scindere i due contesti e anzi si deve procedere contestualmente, le due cose insieme valorizzano il territorio dal punto di vista culturale; il patrimonio è anche ambientale, e in questo senso, stiamo cercando di rivitalizzare la fruibilità del luogo con le ferrovie, cercando di ripristinare il collegamento con la città puntando su un turismo di qualità e diversificato nella maniera di fruire il territorio. Poi spero di portare a termine il progetto culturale, piuttosto ambizioso, su cui sto lavorando in questi giorni, e siccome non sono affetto da "annuncite" preferirei non parlarne ora. Se posso rivendicare un merito a quest'Amministrazione è proprio aver rimesso in campo una buona parte del nostro patrimonio storico-culturale. Sul piano identitario: la Disfida di Barletta si potrà dire che "è poca cosa", ma averla rimessa in campo significa segnare l'identità di questa città, come anche la mostra tematica, sebbene realizzata in economia, diventa un segno di riconoscimento culturale della città. La direzione non è quella di perseguire il solo folklore ma costruire un sistema di riconoscimento, anche internazionale, che affonda le proprie radici nel concetto identitario: De Nittis sta vivendo una chiara riscoperta a livello mondiale, e infatti ci viene richiesto in prestito da diverse prestigiose gallerie d'arte nel mondo; questo anche grazie alla mostra – tanto denigrata – dell'estate scorsa che ha tirato fuori dai magazzini diverse opere dell'artista barlettano. Anche la valorizzazione della prima medaglia d'oro per la Grande Guerra, o il sacrificio dei vigili urbani e dei due netturbini nel '43, va in tal senso. Barletta ha un ruolo in questo Paese, conferendogli anche un'attrattività dal punto di vista turistico, soprattutto da una parte di quell'utenza che riconosce il valore storico-artistico della città. Anche il Castello deve rientrare a pieno titolo in tale novero».

Non possiamo parlare di 167 e le relative opere di urbanizzazione necessarie alla vita dei residenti, ma anche sicurezza in zona.
«Se fosse stato per me, una gara di appalto per gli oneri di urbanizzazione da 15 milioni di euro che metteva tutto insieme, non l'avrei fatta. La gara l'ho trovata e l'ho dovuta gestire: una questione molto complessa in cui ci sono in ballo pareri molto diversi, ma siamo finalmente arrivati alla conclusione, con la possibilità di aggiudicazione di tale appalto. L'aggiudicazione dovrebbe avvenire a giorni, spero che non ci saranno nuovi contenziosi. Stiamo andando, comunque, avanti nonostante le difficoltà, che la gente nemmeno immagina, con opere tese ad alleviare le difficoltà dei residenti. Le responsabilità sono plurali e un atteggiamento collettivo di rispetto comune del territorio può migliorare le condizioni di vivibilità. Il problema di Barletta è proprio la mancanza di uno spirito di comunità: ognuno pensa a risolvere il proprio problema anche a discapito degli altri. Il problema della sicurezza è un problema molto serio ma affrontato grazie alla serietà delle forze dell'ordine della città. Diversi sono i livelli di criminalità a Barletta, andando dall'atto di vandalismo alla criminalità organizzata. In sede di conferenza sull'ordine pubblico in Prefettura si è evidenziato che Barletta emerge nella BAT per lotta ai 'grandi' crimini, colpiti gravemente, ora si tenta di proseguire il discorso con una maggiore sorveglianza del territorio. La speranza è sempre che riducendo il tasso di criminalità, diminuiscano anche gli episodi».

C'è necessità di mettere mano al Piano Urbano del Traffico, vista l'ormai ingovernabile problema: vuol dire occuparsi d'inquinamento, viabilità, utilizzo dei mezzi pubblici. Pensa che l'Amministrazione si occuperà in maniera concreta di questo, magari prendendo spunto da città vicine come Bari. Ad esempio con il park&ride, incentivando l'uso dei mezzi pubblici, ampliando le ztl, "domeniche a piedi"…?
«Anche qui, già l'estate scorsa, qualcosa è stata fatta; quest'anno vedremo di organizzarci un po' prima. Stiamo già lavorando sul discorso della viabilità, che richiederà una revisione quando si avvieranno questi grandi cantieri in città. La settimana prossima ci sarà una conferenza sul piano dell'efficientamento del traffico anche se proprio la conformazione della città e molto complessa. Ci stiamo già impegnando e lo faremo ancora sull'allargamento della pedonalizzazione della città; l'incentivazione dell'uso dei mezzi pubblici dovremmo farla di più. Quando partiranno tutti i cantieri per i lavori previsti, gioco forza bisognerà sforzarsi di ripensare all'uso eccessivo dell'auto, è un po' come per il "porta a porta" bisognerà abituarsi gradualmente. Siamo obbligati a occuparcene, anche contro le eventuali resistenze».

In conclusione chiediamo aggiornamenti sulla questione del recupero dell'Ex Distilleria, e in particolare sulla recente vicenda legata alla gestione dell'Incubatore
«Conoscete tutti le vicende legate all'avviso pubblico per la gestione dell'Incubatore: posticipato il termine di presentazione, è stata presentata una sola proposta che una apposita commissione sta valutando nella compatibilità con il progetto europeo. Noi stessi stiamo già lavorando preliminarmente a un contratto rigoroso rispetto alle finalità dell'investimento. Per quanto riguarda l'ex Distilleria, io rivendico l'attenzione al recupero di tale area, riproponendo la candidatura ai prossimi finanziamenti europei, discostandoci dalle logiche passate che hanno previsto per esempio alloggi per anziani, ma perseguendo la via del recupero del 'già costruito'. Nel piano triennale delle opere pubbliche abbiamo già previsto un finanziamento per la messa in sicurezza del nucleo centrale».
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