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Cronaca

Primario barlettano condannato a risarcire 18 mila euro all’Asl Bat

Ora il medico è in pensione, avrebbe ordinato protesi a costi superiori

E' stato condannato dalla Corte dei Conti Alessandro Canfora che, ricordiamo, disse al telefono a Gianpaolo Tarantini mentre chiedeva di non mandargli "lo stelo fetente" come riporta lagazzettadelmezzogiorno.it, con la sua storia fu conosciuto in tutta Italia, nel 2002. Dopo anni il medico, ormai in pensione, è stato condannato a risarcire l'Asl Bat con 18mila euro, più rivalutazione. Tale sentenza è stata depositata pochissimi giorni fa.

Il processo, durato due anni, ha visto i giudici contabili stabilire che il Canfora avesse direttamente ordinato le protesi da ditte di propria fiducia. Il vice procuratore Carmela De Gennaro chiedeva al medico di restituire 117mila euro, spesa in eccesso che avrebbe fatto affrontare alla Asl ordinando le protesi da tali suddette aziende, a costi superiori rispetto a quelli riportati dai listini approvati. Dalle aziende di Tarantini il Canfora avrebbe effettuato fino al 2008 ordini per circa 1 milione, su un totale di 2 milioni di euro spesi dalla Asl Bat per le protesi comprate da Canfora.

Successivamente, nel corso del processo e grazie ad una consulenza tecnica, si è ridimensionato il numero ed il conseguente valore delle protesi causanti l'aggravio fiscale per l'Asl Bat. E' stato inoltre precisato come non sia da mettere in discussione la qualità degli interventi effettuati dall'allora primario: come sottolineato dalla difesa "mai nessuno si è lamentato delle protesi impiantate".

L'inchiesta era nata casualmente nel 2001, mentre si svolgeva un'indagine sui clan mafiosi barlettani, era all'epoca P.M. Michele Emiliano. Venne tra le altre captata un'intercettazione riferita ad un tale "Gianpaolo". Si proseguì quindi con le indagini, mettendo sotto intercettazione il dottor Canfora, colto a pronunciare parole quali, sempre secondo lagazzettadelmezzogiorno.it:«Non mi puoi mandare lo stelo fetente, questa è la mamma dell' ingegnere, ha 72 anni». «No, quella fetente non te la mando domani, non ti mando proprio quella fetente» rispondeva "Gianpaolo". «No, non la mandare, perché oltretutto è la mamma dell' ingegnere del comune, sta male che facciamo una cacata». L'indagine penale avanzò l'ipotesi che Canfora comprasse dal Tarantini ottenendone in cambio favori e regali, supposizione mai verificata. Il processo penale è stato chiuso nel 2010 con la prescrizione.
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