Il sindaco Cascella interviene al consiglio comunale
Il sindaco Cascella interviene al consiglio comunale
Politica

Pasquale Cascella: «Difendo il rigore, solo così rispettato patto di stabilità»

L'intervento del primo cittadino al consiglio comunale in atto

«Siamo a un nuovo Consuntivo al Consiglio Comunale, questa volta relativo a un intero anno - il 2014 - di esercizio di questa Amministrazione e di questa Assemblea consiliare. E sottolineo il binomio perché credo possiamo tutti legittimamente rivendicare il virtuosismo finanziario che - diversamente da realtà amministrative anche a noi vicine, quale ne sia la colorazione politica - mette al riparo il Comune dal rischio di dissesto, consente di onorare i debiti pregressi, preserva le risorse necessarie per rispondere a bisogni sociali resi particolarmente acuti dalla crisi economica e occupazionale, garantisce i servizi pubblici essenziali e soprattutto consente di concretizzare le opere di urbanizzazione attese da tempo nelle nuove aree urbane della città». E' un consiglio comunale importante nelle parole del primo cittadino Pasquale Cascella, che subito punta agli argomenti più spinosi della vita amministrativa e reale della città.

«Qui e ora mi preme sottolineare che, pur dovendo fare i conti con consistenti tagli ai trasferimenti dello Stato - continua il sindaco - basti pensare che quelli erariali del 2010 ammontavano a 25.139.544,40 euro si è arrivati al Fondo di solidarietà comunale del 2014 di 8.315.001,32 euro, quindi con una perdita secca di oltre 16,8 milioni di euro - il nostro Comune è riuscito a sopperire e a mettersi al passo della repentina innovazione - se si vuole, dell'imposizione- della IUC (Imposta Unica Comunale) volta a sorreggere i servizi cosiddetti indivisibili con la Tasi e quelli dell'igiene urbana con la Tari. Fatto è che nonostante i Comuni abbiano avuto pochi margini di manovra per esenzioni, riduzioni e agevolazioni, i margini comunque disponibili sono stati utilizzati per ogni possibile soluzione perequativa a tutela delle fasce di contribuenti meno abbienti e per impostare - anche con le recenti intese con l'Agenzia delle entrate, l'INPS e la Guardia di finanza - un sistema tributario che, anche per la capacità di contrastare evasori ed elusori fiscali, sia coerente con la reale capacità contributiva dei cittadini.

Poi, certo, c'è la gestione che implica scelte la cui sostanza, tutta politica, sottende i termini contabili del consultivo di bilancio. Ho troppa considerazione per i colleghi sindaci che hanno compiuto opzioni diverse nella articolazione della applicazione della IUC per avventurarmi in una disputa sul terreno dell'autonomia impositiva: rispetto le loro così come chiedo rispetto per le nostre scelte. Lo scorso anno avevo proposto alla opposizione di chiedere insieme all'Anci una comparazione tecnica obbiettiva. Un raffronto è stato fatto da altri soggetti terzi e conferma che il nostro Comune è tra i più virtuosi della Provincia, della regione e del Mezzogiorno. Lo dico solo perché è giusto riconoscere che, pur rispondendo a concezioni della politica calibrate per una diversa rappresentanza degli interessi sociali, per noi resta fermo l'interesse generale nel conseguire obbiettivi per tanti aspetti ardui: a cominciare dal rispetto del Patto di Stabilità e di Crescita Interno per chiudere con quell'avanzo di amministrazione - di 7.503.351,34 euro - che ci consente di far fronte al riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, richiesto dai nuovi principi dell'armonizzazione, senza lasciarci condizionare oltre misura dalle rigidità strutturali.

Abbiamo già dimostrato di non temere di esporci anche a scelte impopolari pur di perseguire la coesione sociale, tanto più necessaria per agganciare le opportunità di crescita e sostenere nuove prospettive di occupazione. Ma vorremmo incontrare lungo questa strada la più ampia consapevolezza - pur nella dinamica propria della democrazia maggioritaria - della criticità della situazione economica e sociale e dei rischi di regressione delle condizioni di vita di strati sempre più larghi della cittadinanza. Solo così ciascuno di noi potrà ancora - per la parte che gli compete e nella responsabilità di chi sente di doverla assumere - dare valore ai sacrifici che pure i cittadini stanno compiendo con spirito di solidarietà per affermare il primato del bene comune e della convivenza civile.

Siamo stati accusati di essere troppo rigorosi e di inseguire una politica di austerità - che semmai andrebbe assunta come modello, almeno se la si associa alla concezione che fu di Enrico Berlinguer, scomparso proprio in questi giorni (il 7 giugno) di 21 anni fa, di lotta agli sprechi e di linearità morale – come se ancora si possa cedere alla sconcertante noncuranza per i costi che inevitabilmente si scaricano sulle nostre comunità. Ma il nostro è, per dirla con Tommaso Fiore, un "popolo di formiche": gente che conosce il valore dello sforzo previdente, e sa che solo se si è conseguenti, come con la netta soluzione di continuità che ha consentito di cominciare a pagare i vecchi debiti fuori bilancio senza accumularne di nuovi, una Amministrazione può dirsi solida e virtuosa e onorare anche i debiti di socialità e di civiltà rimasti in una condizione precaria.

Dunque, l'obiettivo del Patto di Stabilità è stato raggiunto con un saldo positivo di 64 mila euro, anche grazie all'attenta e costante attività di monitoraggio delle spese, soprattutto quelle per investimenti. Dobbiamo proprio dirlo che l'interramento degli elettrodotti (Terna e Ferrovie Italiane), che pure costituisce la base per le opere di urbanizzazione attese nella 167, è stato possibile solo perché siamo riusciti a svincolare i 3,1 milioni di euro impantanatisi nei precedenti patti di stabilità?

Quel rigore tanto denigrato da certe parti ci ha consentito di ottenere in corso d'anno "spazi finanziari" che hanno garantito i pagamenti di opere pubbliche. Da una parte, l'utilizzo del Patto regionale verticale incentivante, ha permesso al Comune di rideterminare il proprio saldo obiettivo recuperando 4,8 milioni di euro; dall'altra, con gli spazi concessi dalla Legge di Stabilità 2014, ulteriori 4,7 milioni di euro sono stati finalizzati ai pagamenti di spese in conto capitale.

Questo abbiamo "scelto" di fare. Citando fior da fiore: acquisire la quota di minoranza della Barsa per avere, con il nuovo statuto e il regolamento di controllo analogo che ci accingiamo a deliberare in una prossima seduta, una realtà aziendale che si misuri sempre più con servizi pubblici di qualità, a cominciare da quelli dell'igiene urbana a cui la cittadinanza è particolarmente sensibile anche perché ne deve sopportare interamente il costo; consolidare le politiche sociali con servizi aggiuntivi - e sono ormai prossimi anche i cantieri di cittadinanza - del Piano sociale di zona; avviare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni pubblici - da piazza Marina a Eraclio, dai plessi scolastici allo stadio Puttilli - con la consapevolezza dell'incalzare dell'urgenza di questi e di tanti altri interventi.

Sentiamo tutta la responsabilità di non vanificare finanziamenti preziosi. Anche per questo per primi avvertiamo il peso dell'unico dei 10 parametri che misurano l'efficacia delle azioni dei Comuni che lo scorso anno non si è riusciti a centrare: quello riguardante i residui passivi delle spese correnti in rapporto agli impegni che a Barletta è del 45,10% anziché del 40%. È un punto critico dell'efficienza di una Amministrazione pubblica, anche se va rilevato che l'altro parametro, quello riguardante le spese di investimento impegnate, è pari al 53,67%, segno che i sacrifici e gli sforzi compiuti per assicurare l'affidabilità istituzionale e la stabilità finanziaria del Comune stanno comunque cominciando a dare risultati. Esattamente nella direzione auspicata dalle linee di mandato.

Ma proprio perché non intendiamo sottrarci ai "compiti" di finanza pubblica che ci vengono assegnati dal governo centrale, compreso quello dei termini di pagamento, abbiamo ben il diritto di contestare a nostra volta le criticità particolarmente gravi di un patto di stabilità che limita pesantemente le spese di investimento che pure saremmo in grado di sostenere con la liquidità disponibile, determinando riflessi paradossali sul "sistema imprese" e l'economia locale.

Proprio per rendere evidenti gli assi portanti delle politiche di finanza pubblica, abbiamo voluto, nonostante il legislatore avesse spostato la scadenza, approvare per tempo il bilancio di previsione. E su questa strada intendiamo andare avanti, con scelte rispettose delle effettive condizioni economiche e sociali della nostra comunità.

Di qui l'attenta considerazione per l'Avanzo di amministrazione, che nel bilancio di previsione 2015, approvato dal Consiglio il 13 aprile, era presunto di quasi 2,5 milioni di euro, e destinato essenzialmente alla copertura delle possibili passività pregresse, giacché degli oltre 8 milioni di euro rilevati al momento dell'insediamento, restano da valutare - dopo quel che è stato riconosciuto, finanziato e pagato dal luglio 2013 a dicembre 2014 - posizioni, appunto, per circa 2,5 milioni di euro. Possiamo oggi confermare che, anche con i nuovi indicatori, non abbiamo un disavanzo tecnico da coprire. Per cui gli impegni assunti in sede di bilancio di previsione saranno mantenuti.

Dal riaccertamento straordinario fin qui compiuto l'avanzo di amministrazione di 7,5 milioni di euro, definito sulla base delle norme vigenti al 31 dicembre 2014, è stato rideterminato, sulla base dei nuovi principi contabili operanti a decorrere dal 1° gennaio 2015, in 20,4 milioni di euro, di cui 12 milioni di euro vincolati per effetto della reimputazione delle spese per opere pubbliche già precedentemente impegnate; mentre per la restante parte: 3,4 milioni di euro vengono accantonati per legge al Fondo crediti di dubbia esigibilità, calcolato secondo le modalità previste nei principi contabili; 184 mila euro, derivanti da entrate incassate a fine esercizio 2014, confluiscono obbligatoriamente nell'avanzo vincolato per legge; 1,8 milioni di euro vengono accantonati per la copertura dei possibili debiti fuori bilancio, come già previsto nel bilancio di previsione 2015 approvato ad aprile scorso; mentre opportuni e prudenziali accantonamenti per i potenziali rischi legati al contenzioso pregresso, su cui sono già intervenuti pronunciamenti giudiziari, sono stati effettuati sulla base della ricognizione effettuata dall'Avvocatura e di quanto già previsto in sede di approvazione del Rendiconto 2014.

Si può e si deve certamente fare di più e meglio. In sede di prima variazione al bilancio di previsione 2015 contiamo di avere i dati stabilizzati dal riaccertamento che ci consentano di continuare lungo l'asse del "fare": sbloccando opere pubbliche ancorate da anni a lungaggini burocratiche ancora da risolvere attraverso la programmazione, la condivisione e la concertazione degli obiettivi, sempre con la necessaria assunzione di responsabilità che vincola tutte le espressioni dell'ente al rispetto dei sani principi di trasparenza e corretta amministrazione».
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