Francesco Dicataldo
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La città

Francesco Di Cataldo, un barlettano ucciso dalle Brigate Rosse

La sofferenza dei sopravvissuti, fa parte della colpa di chi uccide

Anche Barletta ha pagato tributo di sangue agli anni di piombo, l'oscuro periodo che insanguinò l'Italia durante tutti gli anni '70-80, in cui, giovani di destra e di sinistra, pretendevano di cambiare l'Italia con le armi. A morire in virtù di una ideologia furono studenti, giudici, appartenenti alle forze dell'ordine, sindacalisti, giornalisti. Tra le 378 vittime del terrorismo, c'è anche un cittadino barlettano, Francesco Di Cataldo, maresciallo maggiore del Corpo degli Agenti di Custodia. Il maresciallo Dicataldo era emigrato a Milano nel 1947 ed era in servizio presso la Casa Circondariale di Milano.

Il 20 aprile 1978, Francesco Di Cataldo, come tanti altri cittadini, uscì dalla propria abitazione per recarsi al lavoro e mentre si dirigeva verso la fermata dell'autobus, venne affrontato da due sconosciuti che gli esplosero sette colpi d'arma da fuoco, uccidendolo all'istante. L'agguato venne subito rivendicato dalle Brigate Rosse, colonna Walter Alasia. Francesco Di Cataldo aveva 52 anni.
Quei sette proiettili esplosi dai terroristi non avevano ucciso solo un vita, ma avevano distrutto anche le vite dei famigliari del maresciallo, che lasciava soli la moglie Maria Violante e i due figli Alberto, 19 anni e Paola, 15 anni. La notizia investì e distrusse anche la vita dei suoi fratelli, rimasti a Barletta.

La sofferenza dei sopravvissuti, fa parte della colpa di chi uccide. Molti di quegli assassini arrestati, oggi scagionati, tentano di "rifarsi una vita", ben mimetizzati nella società civile, nel tentativo di dimenticare quel periodo, in cui giocavano a fare la lotta armata. Molti di questi violenti, in realtà erano giovani provenienti da buone famiglie borghesi, che usavano la violenza in virtù di ideologie politiche, vedendo nelle loro vittime, nient'altro che simboli da abbattere. Ma dietro questi "obiettivi da abbattere", ci sono famiglie che spesso non hanno avuto giustizia, nè conforto morale, nè aiuti dalle istituzioni.

Il 15 giugno 2004, il maresciallo Di Cataldo, è stato riconosciuto "Vittima del Dovere" dal Ministero dell'Interno, che gli ha conferito la Medaglia d'Oro al Merito Civile e alla Memoria. In seguito, è stata intitolata la Sala Convegno Agenti della Casa Circondariale San Vittore di Milano.

Il 28 aprile 2012, le vittime del terrorismo saranno ricordate nel Giorno della Memoria. Durante questa giornata, si terrà una cerimonia religiosa presso la chiesa di San Luca, a Vanezia. Il Comitato "Cerimonia Madonna della Sfida" in collaborazione con l'Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria, ricorderanno le vittime del terrorismo, un periodo sanguinoso da ricordare, per i troppi smemorati che lo vorrebbero rimuovere.
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