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Politica

Ferie non godute, scrive Alessandro Attolico

Lunga nota esplicativa alle redazioni e ai cittadini. «Le contestazioni che mi sono state mosse sono destituite di ogni fondamento»

Doverosamente pubblichiamo l'estesa nota del dott. Alessandro Attolico sul tema "ferie non godute ai dirigenti", nota che precede per mera casualità organizzativa il commento di alto profilo, quale ulteriore approfondimento sull'argomento, del dr. Nicola Corvasce, dirigente del Servizio Legislativo della Giunta Regionale, che sin dal primo suo intervento ha appassionato numerosissimi nostri lettori.

Spett.le Redazione,
scrivo questa mia - e chiedo che sia pubblicata - perché in questo ultimo lunghissimo periodo ho subito una serie infinita di gravi attacchi mediatici e politici. Le contestazioni che mi sono state mosse, attraverso i giornali, i siti internet e in ambito comunale, sono destituite di ogni fondamento, in diritto e in fatto, e rispondono all'unico fine strumentale, illecito, di screditarmi agli occhi della città e del mondo politico e al fine ulteriore di colpire segnatamente la mia persona, volutamente discriminata rispetto ad altre, e al fine, ancora, di perseguire scopi che corrispondono a interessi che sono chiaramente in contrasto con le nostre Leggi. Mi spiego.

Con specifico riguardo al cosiddetto affaire "ferie non godute e liquidate in favore di Alessandro Attolico", devo informare e puntualizzare che la liquidazione per ferie non godute, che ho recentemente conseguito, mi è stata riconosciuta, LEGITTIMAMENTE e LECITAMENTE, in forza di un diritto acquisito, la cui natura e solidità è giuridicamente innegabile.

Analizziamo la fattispecie. Vi è da dire, semplificando, che ognuno di noi dirigenti e funzionari pubblici, alla stregua di tutti i lavoratori dipendenti, ha diritto di godere di un periodo di ferie, ma è altresì vero che, per inderogabili ragioni legate al funzionamento dell'ufficio, è possibile che di quel periodo di ferie non si possa godere e si debba, invece, prestare la propria attività lavorativa. È in questo caso che si ha il diritto, per norma di Legge, di conseguire una indennità di carattere economico. Ebbene, prima che entrasse nel nostro Ordinamento la tanto famosa "spending review", la indennità in argomento era corrisposta, laddove richiesta dal titolare del diritto, in costanza del rapporto di lavoro. Ora, prima di andare oltre nella mia disamina, voglio immediatamente segnalare a chi legge che non ho mai usufruito negli anni che mi hanno legato al Comune di Barletta delle indennità per ferie non godute. Ciò in quanto non le ho mai richieste! Oggi, il decreto Monti sulla "spending review" ha abrogato l'istituto relativo alla indennità per ferie non godute, stabilendo, dall'entrata in vigore del decreto stesso, che è obbligatorio usufruire dei periodi di ferie, riposo e permessi spettanti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche. Non è, cioè, più possibile ottenere la liquidazione delle indennità di cui si discute.

Ed ora il punto nodale della intera vicenda. Il decreto Monti, secondo i principi generali che regolano l'applicazione delle Leggi nel tempo e per una espressa valutazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica (6 agosto 2012), non ha efficacia retroattiva e non tocca, dunque, i diritti già precedentemente maturati e acquisiti in ordine alla retribuzione delle indennità per i periodi di ferie dei quali non si è usufruito nel passato. Ed è questa la mia situazione, così come quella di tanti altri!

Concludendo su questo primo punto, vi è da rimarcare che, per quanto stabilito dalla spending review, mi si poneva una duplice alternativa: o richiedevo e conseguivo le indennità che mi spettavano per norma di Legge e per i miei diritti acquisiti o, per una scelta strettamente personale, vi rinunziavo e le perdevo per sempre. Su quest'ultimo argomento si pone un ulteriore tema di riflessione. In ordine alla decisione se rinunziare o meno all'indennità, in ordine, cioè, a scelte intime e strettamente personali, ebbene, queste ultime sono insindacabili da parte di chiunque. Né devo giustificarmi e spiegare quanto alle necessità di carattere economico e familiare che riguardano me stesso e i miei congiunti! Ma, a questo riguardo, è bene che si sappia, perché nessuno lo ha mai detto, che i famosi 35.000 Euro che mi sono stati liquidati sono LORDI e non netti e che, divisi per sei anni di attività lavorativa a livello dirigenziale, si riducono a poco oltre 2.700 Euro netti per ogni ANNO!

In ultimo, ma non per questo di minore importanza, vi è la questione relativa al capitolo di spesa da cui è stato tratto il denaro per provvedere alla liquidazione delle somme "incriminate". È stato scritto che quel denaro è stato tolto ai poveri per darlo ai ricchi. Bene! Siamo al cospetto di un falso storico. I capitoli di spesa utilizzati sono quelli relativi alla liquidazione delle somme al personale, così come attesta il Segretario Generale e Dirigente al Personale del Comune di Barletta in una propria nota, in cui richiama, tra l'altro, l' "elenco impegni atto amministrativo n.1429/2012". Per amor di sintesi e perché lo spazio in questa sede non me lo consentirebbe, non allego tutti i documenti indicati (decreto "Spending review", nota del Dipartimento della Funzione Pubblica, nota del Segretario Generale e Dirigente al Personale), ma gli stessi, essendo pubblici, sono consultabili da chiunque e, comunque, sono disposto a fornire le relative copie a chi le chiedesse.

Perché sono stato discriminato da coloro i quali mi hanno attaccato pubblicamente? Perché nella mia stessa situazione, nella situazione di chi ha ottenuto le indennità per le ferie non godute, si ritrovano anche altri dirigenti e si sono ritrovati altri dirigenti anche nella passata amministrazione "Salerno". Il focus, però, sia da parte dei media si da parte dei politici, è stato puntato con pervicace accanimento ESCLUSIVAMENTE contro di me. Ancora una volta, sono i documenti, sempre a disposizione di chiunque, a parlare chiaro.

Si ricorre ai mass media, da parte di alcuni, utilizzando questi fasulli argomenti e si agita la discussione politica in ambito comunale, sulla base di temi inesistenti, solo per spostare l'attenzione dell'opinione pubblica da problemi veri e attuali: l'incapacità di "altri" di offrire valide alternative al Governo locale del quale facevo parte, che ha amministrato al meglio la città; le serie e concrete pendenze giudiziarie, a carico sempre di "altri", che rappresentano, queste sì, un grave problema.

Ho lavorato ogni giorno con impegno profondo e totalizzante; mi sono sempre aggiornato professionalmente nell'interesse dei cittadini e mi è stato riconosciuto solo ciò che legittimamente mi spettava. Il paradosso vuole, secondo quanto scritto dai giornali in questi giorni, che il modello del lavoratore "stakanovista" sia un modello negativo e non più il modello al quale aspirare. Ed è, invece, questo il modello al quale tutti dovrebbero guardare, soprattutto coloro i quali, in funzione di titoli inconsistenti, siedono in ambiti consiliari e istituzionali, conseguendo lauti stipendi e indennità. Comincino loro a dimostrare l'effettività e l'utilità del loro impegno e a rinunziare al di più! Altri pubblici funzionari e dipendenti nel corso degli anni hanno ottenuto la liquidazione di somme per ferie non godute; altri pubblici dipendenti e funzionari nel corso degli anni hanno dovuto rinunziare alle ferie per disposizione del Sindaco; i documenti che attestano le situazioni di fatto appena richiamate sono a disposizione dei consiglieri comunali e delle forze politiche. Perché solo oggi e solo nei miei riguardi sono utilizzati i documenti predetti con siffatto ingiusto accanimento diffamatorio? È bene che si sappia che lo stato di cose generato attraverso la campagna diffamatoria in mio danno ha prodotto un clima di "caccia alle streghe", sicché sono costantemente additato e verbalmente aggredito da sconosciuti per strada. Ed è proprio di questa mattina, 29 ottobre 2012, l'episodio in cui un manipolo di sconosciuti mi ha costretto a rientrare nel Palazzo di Città. Per tornare a casa, poi, ho dovuto fare ricorso alle Forze dell'ordine.

Concludo con un auspicio. Vorrei che i media, tutti, e i cittadini, nel momento in cui "guardano", avessero orizzonti più ampi e avessero, soprattutto, l'elasticità mentale di cambiare pubblicamente opinione nel momento in cui le proprie accuse sono state pienamente smentite e confutate.

Alessandro Attolico

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