Politica
Divieto di balneazione: polemiche inutili, ma mettersi a parte civile non basta
Il consigliere regionale Franco Pastore sull'ordinanza più calda dell'estate barlettana
Barletta - mercoledì 20 agosto 2014
19.12
Confondere il rimedio con il problema, oltre a essere falso è pericoloso. Mi riferisco alle polemiche seguite al divieto di balneazione, dopo la pioggia di sabato scorso a Barletta. Perché ci si risente per un atto dovuto e a tutela della salute pubblica? Perché un cittadino, magari genitore, dovrebbe essere contrario a sapere che in determinati casi sarebbe meglio, più prudente e responsabile, impedire ai propri bambini di fare il bagno? Non è che il mare diventa inquinato perché ci si affigge il cartello di divieto di balneazione, è esattamente il contrario.
Vi sembra banale? E allora che senso hanno le polemiche nei confronti dell'amministrazione comunale e dell'ordinanza del sindaco Cascella? Il paradosso è che si preferisca far finta di nulla. D'altro canto, però, mi preme sottolineare che non basta, assolutamente, prendere coscienza della situazione e, come dire, "mettersi a parte civile", limitandosi ad atti dovuti. Si ha l'obbligo di invertire la marcia, intervenire e cambiare direzione. Non sono, in questo tema, uno dei tanti "parlatori" dell'ultima ora. Da anni, come amministratore comunale prima e come consigliere regionale dal 2010, sto seguendo le vicende che riguardano le criticità ambientali del territorio, dall'Ofanto agli interventi sul canale Ciappetta Camaggio, oltre all'impianto di affinamento delle acque reflue, del potenziamento del depuratore e delle criticità legate ai canali di acque pluviali che sfociano a mare, nei quali, oltre alle acque meteoriche ci finisce molto altro, soprattutto quando piove.
La burocrazia è un impedimento a volte molto grande, ma negli anni lo sono stati anche incomprensibili equivoci fra istituzioni, balzelli amministrativi e carenza di fondi. Il mare, come la nostra terra, può essere una risorsa e una grande attrattiva turistica. Abbiamo il coraggio di provare a rigenerare questa risorsa o si preferisce continuare a far finta di nulla per "salvare" la stagione in corso? Così non si salva proprio niente. Non si può più attendere, bisogna prendersene cura con interventi strutturali, e considerare tutto ciò come priorità assoluta.
Vi sembra banale? E allora che senso hanno le polemiche nei confronti dell'amministrazione comunale e dell'ordinanza del sindaco Cascella? Il paradosso è che si preferisca far finta di nulla. D'altro canto, però, mi preme sottolineare che non basta, assolutamente, prendere coscienza della situazione e, come dire, "mettersi a parte civile", limitandosi ad atti dovuti. Si ha l'obbligo di invertire la marcia, intervenire e cambiare direzione. Non sono, in questo tema, uno dei tanti "parlatori" dell'ultima ora. Da anni, come amministratore comunale prima e come consigliere regionale dal 2010, sto seguendo le vicende che riguardano le criticità ambientali del territorio, dall'Ofanto agli interventi sul canale Ciappetta Camaggio, oltre all'impianto di affinamento delle acque reflue, del potenziamento del depuratore e delle criticità legate ai canali di acque pluviali che sfociano a mare, nei quali, oltre alle acque meteoriche ci finisce molto altro, soprattutto quando piove.
La burocrazia è un impedimento a volte molto grande, ma negli anni lo sono stati anche incomprensibili equivoci fra istituzioni, balzelli amministrativi e carenza di fondi. Il mare, come la nostra terra, può essere una risorsa e una grande attrattiva turistica. Abbiamo il coraggio di provare a rigenerare questa risorsa o si preferisce continuare a far finta di nulla per "salvare" la stagione in corso? Così non si salva proprio niente. Non si può più attendere, bisogna prendersene cura con interventi strutturali, e considerare tutto ciò come priorità assoluta.