Dario Damiani
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Politica

Damiani picchia duro sull’amministrazione: «Solo vecchie abitudini e frasi fatte»

Il commento del capogruppo di opposizione sul tema P.U.T.T./P.

Si sono scatenati ulteriori malumori dopo gli ultimi andirivieni nella politica barlettana, in particolare sulla questione P.U.T.T./P. Scrive oggi il capogruppo di Forza Italia e consigliere di opposizione Dario Damiani che commenta: «Ma il comportamento dell'opposizione in Consiglio comunale è il chiodo fisso del sindaco Cascella? E' davvero paradossale che, dopo ogni debacle, il suo primo pensiero sia rivolto al centrodestra e non all'evidente e perenne frattura interna alla maggioranza. Cosa si intende per "voto trasversale"? Un professionista della comunicazione come Cascella non può e non deve utilizzare espressioni improprie, soprattutto quando l'intento è chiarire fatti e circostanze delicati e complessi: nessun voto trasversale di "opposizione in compagnia di un pezzo della coalizione che esprime l'amministrazione" si è materializzato lunedì 16 marzo nell'Aula consiliare, poiché le opposizioni hanno espresso il proprio in assoluta autonomia, secondo scienza e coscienza; sul fronte opposto, in analoga autonomia, buona parte della maggioranza ha scelto di cassare una proposta per evidente inadeguatezza dello strumento, alla luce delle sopravvenute normative regionali. Due percorsi autonomi, un unico risultato: la bocciatura di un provvedimento ormai desueto come il PUTT/P, che per incomprensibili motivazioni si voleva approvare in tutta fretta dopo 14 anni di stallo. Le opposizioni in Consiglio comunale, essendo in minoranza numerica, non hanno alcun potere di influire sulle decisioni se dall'altra parte c'è una maggioranza compatta che porta avanti il suo programma di governo: il problema è quindi tutto interno al centrosinistra, per cui è pretestuoso tirare in ballo le opposizioni ad ogni sconfitta.

Abbastanza inquietante appare, inoltre, il tentativo di giustificare la necessità dell'approvazione del PUTT per evitare il pericolo che il Comune "rinunci alla propria autonomia, consegnando la sua sovranità agli apparati tecnici regionali di volta in volta investititi del compito di esprimere il parere di compatibilità paesaggistica sui provvedimenti aperti". Ma di quale sovranità e rinuncia parliamo? Nell'ordinamento giuridico esiste una gerarchia delle fonti normative ed è perfettamente lecito che, in assenza di una disciplina di livello inferiore si faccia riferimento al livello normativo superiore e ai suoi apparati tecnico-amministrativi: quale pericolo potrebbe derivare dal seguire il nuovo PPTR piuttosto che il vecchio e defunto PUTT? A chi fa paura l'intervento della Regione, con i suoi nuovi e più restrittivi vincoli? "Ai provvedimenti aperti", dichiara il sindaco: quindi, deduco, a casi determinati che avrebbero interesse a vedere concluso il proprio iter in base al PUTT e non al PPTR... Absit iniuria verbis ma la conferma è nelle testuali parole del sindaco. Il quale si ostina a non volere approfondire le pluriennali ragioni che hanno portato dal 2001 ad evitare l'approvazione di un provvedimento, preferendo soprassedere con un "non sto a chiedermi chi si sia stracciato le vesti di fronte ai guasti che, intanto, sconvolgevano il paesaggio urbano": e invece no, caro Sindaco, forse eviti la domanda perché conosci già la risposta, visto che i protagonisti di quelle stagioni politiche sono gli stessi di cui ancora oggi ti circondi. Infine, un ultimo appunto sul metodo: vi siete autoproclamati paladini del rinnovamento ma a quanto pare alle vecchie abitudini dei politicanti e alle frasi fatte del politichese non riuscite a rinunciare.

Cosa vuol dire – conclude Damiani - che "gli assessori, a cominciare da chi attende alle Politiche del territorio, hanno rimesso nelle mani del sindaco il loro mandato"? Il mandato si rimette al Protocollo generale del Comune, altrimenti è vacuo e stucchevole esercizio retorico: tanto è vero che mi risulta che nella giornata di giovedì la Giunta si sia riunita e abbia regolarmente deliberato. Questi balletti di cortesia istituzionale privi di risvolti concreti non incantano più nessuno, occorre far seguire alle parole i fatti. E possibilmente fatti che vadano nella direzione della tutela degli interessi della collettività, in primis il diritto a una pianificazione del territorio più attenta al rispetto dell'ambiente naturale, e non incontro a soggetti portatori di vecchie logiche di sfruttamento economico».
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