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E se al Castello di Barletta si festeggiasse un evento privato?

La proposta di Montaruli, un disciplinare anche per la città della Disfida

«Premesso che gli auguri nuziali non debbano mai mancare, a prescindere dal rango sociale o dalle facoltà economiche piuttosto che dalle capacità di ognuno di possedere le chiavi giuste per aprire porte e portoni ad altri inaccessibili, i matrimoni e feste al castello devono indurre a pensare seriamente ad un'organizzazione disciplinata per soddisfare le tantissime richieste che potrebbero arrivare, se non altro per quello spirito emulativo che si sprigiona in queste circostanze. Allora cosa accadrebbe proprio nel caso in cui, ad esempio, per la prossima cena in bianco o in azzurro o in rosso, a seconda del colore politico preferito dai partecipanti, fosse richiesto l'utilizzo del castello di Barletta?».

Ad intervenire è proprio il presidente di UniBAT Savino Montaruli ponendo un quesito parecchio interessante: «A differenza del castello svevo di Trani quello di Barletta è del comune quindi ancor di più l'Ente dovrebbe seriamente porsi il problema di disciplinare tali attività ludico/ricreative allinterno del patrimonio pubblico, senza affidarsi alla prossima deliberazione di giunta dove si improvvisano regole e condizioni che invece devono essere ben catalogate per diventare protocollo da applicarsi a tutti coloro che ne facciano richiesta, sulla scorta di quello presentato per il castello di Trani e diffuso in rete. A Barletta un precedente in verità c'è stato e non fu scevro da polemiche, tutte ampiamente giustificate. Ciò accadde proprio perché quel disciplinare che chiediamo venga predisposto non c'era in quella forma richiesta. Quell'esperienza rappresentò un precedente che fece clamore in quanto partendo dalla degustazione di vini si arrivò ad un'abbondante cena riservata a pochi privilegiati. Era anche allora il mese di settembre ed in quella serata estiva furono in tanti, tantissimi a prender parte al sontuoso banchetto. Attori, Parlamentari, vice-Ministro, Governatori e persino Rappresentanti di Associazioni di Categoria. Tutti invitati al banchetto pubblico con l'immancabile mano magica dello chef del momento più famoso al mondo».

«In realtà si sarebbe voluto esaltare l'eccellenza di 13 vini pugliesi - continua Montaruli - contrapponendoli ad altrettanti francesi (una (Di)sfida, appunto) ma poiché non si può solo dar da bere agli illustri, pochi intimi commensali si pensò bene di accompagnare la degustazione dei pregiasti vini servendo una cena di quelle che non si scordano facilmente. Naturalmente i cittadini fuori dal giro restarono dietro le transenne a guardare i loro rappresentanti istituzionali consumare anche quella cena innaffiata da vini che, se non fossero così privilegiati, forse quegli invitati non avrebbero mia avuto modo di degustare da modesti, semplici cittadini. In quell'occasione, per l'utilizzo privato di un luogo pubblico cioè del castello Normanno Svevo di Barletta, non si fece riferimento ad un disciplinare approvato con regole che fossero fatte valere per tutti ma si procedette, come sempre si fa quando ogni schieramento vuole dare il suo indirizzo ad un evento, con una deliberazione di giunta che legittimava tale concessione. Esattamente ad un anno esatto da quell'evento ancora oggi in molti continuano a chiedersi con quali autorizzazioni, con quali requisiti igienico-sanitari e soprattutto con quali condizioni di sicurezza e di rispetto delle vigenti norme, rigidissime, in materia di somministrazione al pubblico di alimenti, pasti e bevande fosse stata autorizzata quella manifestazione né è dato sapere se ci sia stata o meno quella fase di controllo, sul posto, per la verifica, durante la cena e l'evento, del rispetto di tali norme. Ma questo è ormai diventato un particolare quando di mezzo c'è la politica mentre per i privati, in questi casi, il massacro è assicurato».

«Se è vero che da più parti si disse che non ci sarebbe stato nulla di strano e di male a svolgere manifestazioni private in quel luogo pubblico allora sarebbe opportuno spiegare a ciascun libero cittadino, associazione, società privata o movimento come fare per ottenere il castello e destinarlo a festa privata, a ricevimenti, feste e festicciole varie. Quale prezzo pagare, a chi pagare, come pagare e cosa ottenere in cambio di quelle somme pagate. Quali obblighi osservare, quali coperture assicurative, quali condizioni e prescrizioni. Tutte domande legittime. In occasione della (Di)Sfida dei vini non ci furono entrate per l'Ente ma solo tante uscite, a cominciare da quelle destinate alla protezione degli illustri ed esclusivi ospiti. Ci fu persino la musica quindi altri costi per intrattenere i Vip tra una portata e l'altra, una degustazione e l'altra. In quell'occasione, per parare il colpo alimentato dalla legittima polemica qualcuno azzardò e giunse persino a parlare di un evento in grado di avere ricadute lavorative sul territorio. Questo elemento ci asteniamo dal commentarlo perché altrimenti dovremmo entrare in altri ambiti e diventare anche noi polemici, cosa che non vogliamo fare ma che avremmo tutti i titoli per fare visto che noi non abbiamo partecipato come Associazione a quella cena riservata né avremmo mai accettato alcun invito del genere. Piuttosto con il nostro intervento vogliamo dare un servizio anche alla città di Barletta, come abbiamo fatto per quella di Trani ed è per questo che proponiamo anche alla città della (Di)Sfida l'adozione dello stesso disciplinare proposto per Trani, con tanto di prezzario valido per tutti e tanto di regole chiare valevoli e valide per tutti ma proprio per tutti, altrimenti non vale. Il nostro Disciplinare è pronto e lo offriamo gratuitamente, anche al comune di Barletta».
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