Consiglio comunale 7 aprile
Consiglio comunale 7 aprile
Istituzionale

Autonomia differenziata, una delibera del consiglio comunale

Espressa contrarietà al provvedimento

Così come deliberato dal Consiglio Comunale si invia ai principali organi di Stampa locali a nazionali il testo della Deliberazione n.24 del 30 marzo 2023 avente ad oggetto: Ordine del Giorno ex art.60 del Regolamento di Consiglio Comunale "Ordine del giorno sull'Autonomia Differenziata ex art.116 comma 3 della Costituzione Italiana".
Oggetto: Ordine del giorno ex art 60 del Regolamento di Consiglio Comunale "Ordine del giorno sull'autonomia differenziata ex art.116 comma 3 della Costituzione Italiana ".

Il Presidente del Consiglio Comunale di Barletta Lanotte Marcello, comunica che è pervenuto un Ordine del Giorno, acclarato al protocollo n. 25323 del 29/03/2023, a firma dei Consiglieri Comunali: Rosa Cascella, Rosalia Dipaola, Giuseppe Paolillo, Santa Scommegna, Rosa Tupputi, Adelaide Spinazzola, Damato Antonio Angelo e Caracciolo Filippo, avente ad oggetto: "Ordine del giorno sull'autonomia differenziata ex art.116 comma 3 della Costituzione Italiana". Il Presidente del ConsigliComunale di Barletta Lanotte Marcello, invita la Consigliera Comunale Santa Scommegna ad illustrare l'ordine del giorno, che così recita:

PREMESSO CHE
Da parte della Regione Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è stata richiesta nelle pre-intese del 2019 la devoluzione ex art. 116 comma 3 Costituzione rispettivamente di 20, 23 e 16 materie tra quelle indicate nell'art. 117 Costituzione tutte di interesse anche nazionale;
Nel mese di novembre 2022 e stato presentato dal Ministro Calderoli una bozza di Decreto Legge sull'attuazione dell'Autonomia Differenziata approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 febbraio 2023 e, in via definitiva, il 16 marzo 2023;

Considerato che:
al Parlamento non e stato riservato un ruolo centrale nel processo di formazione delle intese: infatti é previsto che la Commissione bicamerale per le questioni regionali esprime un parere non vincolante e solo eventuale, mentre l'Aula è chiamata a una "mera approvazione", non potendo entrare ne1 merito dell'intesa;
le Regioni hanno formulato richieste in parte diverse. In generale la materia a legislazione concorrente che potrebbero passare in tutto o in parte alle Regioni richiedenti sono quelle elencate all'art. 117 comma 3 della Costituzione;
a tali materie le Regioni possono chiedere di aggiungere tre materie attualmente di competenza esclusiva dello Stato: organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull'istruzione, tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dci beni culturali;
questa scelta di devoluzione mette a rischio l'unità giuridica ed economica della Repubblica (artt. 2, 3 e 5 della Costituzione), con enormi complicazioni nel governo delle singole materie, in danno dell'eguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni locali e nazionali;
le intese sono modificabili solamente se la Regione fosse d'accordo, in caso contrario diventano immodificabili;
le intese tra Regioni e Stato sono approvate anche senza la preventiva definizione legislativa dci LEP nonostante la pronuncia della Corte Costituzionale che ha sempre denunciato che lo Stato e gli Enti locali si muovono al buio se non ci sono i LEP definiti "elemento imprescindibile": in particolare secondo gli alti Magistrati (sentenza 220 del 2021), la definizione dei LEP è "particolarmente urgente anche in vista di un'equa ed efficiente allocazione delle ingenti risorse collegate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza";
Il finanziamento dell'Autonomia Differenziata avviene al1'inizio utilizzando il critcrio della spesa storica, (la stessa che perpetua 1e attuali disuguaglianze tra territori), nell'ambito di un regime transitorio che non si sa come e quando avrà fine;
con la clausola di in varianza per la finanza pubblica (art. 7 del D.L. Caldcroli) se una Regione avrà più risorse per le maggiori funzioni assunte, appare certo che altre Regioni ne avranno di meno;
ogni autonomia in differenziata comporta sottrazioni di ingenti risorse finanziarie alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi di infrastrutture logistiche, (porti, aeroporti, strade di grande comunicazione, reti di distribuzione dell'energia, eccetera), che per loro natura non possono che avere una struttura unitaria: ma nemmeno la Regione che ottiene l'autonomia se ne avvantaggia sia perché il sud e il mercato essenziale per il nord, sia perchè nelle stesse regioni "ricche" le condizioni interne tra le varie realtà territoriali non sono omogenee e quelle più svantaggiate difficilmente riceverebbero compensazioni che, nell'ottica dell'efficienza, andrebbero, invece, alle parti già più ricche c meglio organizzate, secondo la stessa logica;
inoltre, una regione non ha alcuna possibilità di affrontare la competizione globale: infatti già molte Regioni e moltissimi Sindaci, sia del nord che del sud, hanno manifestato contrarietà alle richieste ex art. 116 Costituzione da parte delle tre regioni;

Ritenuto che:
il Decreto legge di cui sopra, nel sopraffare i diritti costituzionali, pone di fatto il Parlamento in una collocazione di secondo piano rispetto ai Consigli Regionali c riconduce il tutto ad una trattativa fra i Presidenti delle singole Regioni ed il Governo.
Dato atto che:
dal Decreto legge di cui sopra si evince che entro 12 mesi andrebbero definiti da parte dello Stato i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni), tra l'altro già sanciti dall'art. 117 della Costituzione;
I Livelli Essenziali delle Prestazioni fino ad ora non sono mai stati definiti;
I LEP restano il preludio all'applicazione del federalismo fiscale e della perequazione di spesa, a partire da quella sanitaria, terreno sul quale abbiamo visto in questi tempi drammatici di pandemia, la disomogeneità di un servizio fortemente differenziato a seconda del territori di residenza.
Constatato che:
1'art. 3 del Decreto legge, proposto dal Ministro Calderoli prevede, tuttavia, che passati i dodici mesi, si possa anche fare a meno dei LEP cd utilizzare la "spesa storica" come criterio base cui fare riferimento per il passaggio
I delle ulteriori funzioni alle Regioni che ne facciano richiesta.
Ritenuto che:
1'avvio dell'autonomia differenziata basata sulla "spesa storica" comporterebbe un approfondimento delle diseguaglianze territoriali dcl nostro Paese a tutto vantaggio solo delle aree più ricche concentrate nel Centro/Nord d'Italia, determinando una evidente violazione degli impegni che sottostanno al P.N.R.R. finanziato in maniera così massiccia dal1'Unione Europea che pone proprio il superamento delle differenze territoriali, quale uno degli obiettivi strategici da perseguire.

Convenuto che:
l'autonomia differenziata è una questione politica enorme ed estremamente delicata, che coinvolge in pieno il ruolo ed il funzionamento dello Stato, che investe i principi delle politiche pubbliche, i diritti di cittadinanza e che, quindi, non si può liquidare con una
sorta di "trattativa privata" fra il Presidente di una Regione ed il Presidente del Consiglio o il Ministro delegato;
sono messe in discussione le fondamenta stesse di quel principio di unità del nostro Paese che sta alla base della Costituzione Italiana che non a caso all'art. 5, sopra richiamato, ribadisce con forza che "La Repubblica è una e indivisibile" pur promuovendo le autonomie locali ed i1 decentramento amministrativo.

Ritenuto, altresì, che:
la domanda che occorrerebbe porsi é se una Repubblica con 20 sanità diverse, con 20 politiche dell'istruzione diverse, con 20 politiche ambientali diverse ccc….. possa considerarsi una e indivisibile".

Verificato che:
nonostante dichiarazioni tese a tranquillizzare sui tempi e le modalità della attuazione della autonomia differenziata di che trattasi, in realtà lo stessa proposta di legge di bilancio per il 2023 disegna esplicitamente tempi di attuazione estremamente stretti, il che rende la questione di estrema attualità ed urgenza.

Rilevato che:
in Italia si gode di diritti fondamentali in materia di salute, istruzione, assistenza sanciti dalla Costituzione, non perché si è avuta la fortuna di nascere in una Regione anzichè in un'altra;
i1 Decreto legge predisposto a livello ministeriale, approvato dal Consiglio dei Ministri e discusso coi Presidenti delle Regioni e improntato ad una logica competitiva invece che solidaristica ed a solo vantaggio delle Regioni più ricche.

Affermato che:
da amministratori di Comuni del Mezzogiorno d'Italia, manifestiamo forti preoccupazioni per le ricadute sull'intero Meridione degli sviluppi di un tale articolato;
il miraggio "sventolato" dei LEP non farà altro che ridurre ulteriormente le prestazioni che come amministrazioni locali possiamo offrire ai nostri cittadini e se fino ad oggi non sono stati definiti è meramente per una questione economica. Lo Stato dovrebbe finanziare quegli Enti che non hanno le risorse economiche necessarie per fornirli;
è facile immaginare come far la "cabina di regia" prevista a livello ministeriale a definirli, visto che nel Decreto legge si dispone che il trasferimento di funzioni avvenga senza maggiori oneri per la finanza pubblica.

ESPRESSA LA PREOCCUPAZIONE CHE:
si stia delineando all'orizzonte un quadro economico-sociale di abbandono per il Mezzogiorno d'Ita1ia, senza neanche riconoscere a questi territori il merito di aver contribuito al riconoscimento dei maggiori fondi P.N.R.R. da parte dell'Unione Europea, che verranno ulteriormente tagliati al Sud Italia.

TUTTO CIO' PREMESSO
DATO ATTO
Che il presente provvedimento si configura come mero atto di natura squisitamente politica ed in quanto tale non necessita della espressione dei pareri di regolarità tecnica di cui all'art 49 del D.Lgs. 267 del 18/8/2000.

DATO ATTO ALTRESI'
che il presente provvedimento non comporta oneri diretti o indiretti a carico del bilancio comunale ed in conseguenza non necessita della espressione del parere di regolarità contabile.

RIBADITA
la competenza, quale organo deliberante, ai sensi dell'art. 42 del D.lgs. 267 del 18/8/2000
II Consiglio Comunale di Barletta

ESPRIME CONTRARIETA' rispetto al metodo ed al merito del Decreto Legge sulla "Autonomia Regionale Differenziata "elaborato dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, approvato dal Consiglio dci Ministri lo scorso 2 febbraio 2023 che ha platealmente e in modo preoccupante posto ai margini il Parlamento Italiano su un tema di tale portata.

ESPRIME FORTE PREOCCUPAZIONE come amministratori del Mezzogiorno d'Italia che la forzatura e la precipitazione in atto sul tema della autonomia regionale differenziata possa tradursi in una ulteriore penalizzazione delle regioni meridionali e con un approfondimento del divario su1 terreno socio/economico fra il Nord ed il Sud d'Italia.
RITIENE che alla base della discussione sulla attuazione di quanto previsto dal titolo V della Costituzione debba esserci innanzitutto la definizione piena e condivisa dci L.E.P.
RITIENE che il rischio di approfondimento delle differenze territoriali fra Nord e Sud Italia
sia, per altro, in aperto contrasto con gli indirizzi e gli obiettivi su cui si fonda il P.N.R.R. per il cui perseguimento l'Unione Europea ha finanziato il Piano della Ripresa e della Resilienza del nostro paese dopo il dramma della pandemia da Covid 19.
FA APPFLLO al Parlamento Italiano perché avochi a sé la discussione sulla "autonomia regionale differenziata", quale organo i rappresentativo dell'intero popolo italiano e garante rii quella Unità affermata nella Carta Costituzionale.

IMPEGNA
11 Presidente del Consiglio Comunale
a farsi portavoce e a sostenere, nelle sedi opportune, quanto sopra descritto nonché a convocare a Barletta tutti i Presidenti dei Consigli Comunali della BAT su questo argomento

IL SINDACO
a farsi portavoce e a sostenere, nelle sedi opportune, quanto sopra descritto e ad intraprendere tutte le azioni politiche per tutelare il Comune di Barletta da eventuali danni derivanti dalla sottoscrizione di accordi in materia
di autonomia differenziata

CHIEDE la pubblicazione del presente Ordine del Giorno oltre che all'albo pretorio anche nella sezione Trasparenza del sito istituzionale del Comune di Barletta;

DISPONE la trasmissione di copia della presente deliberazione
• Al Presidente del Consiglio dei Ministri
• Al Ministero per gli Affari Regionali e le Auto nomie;
• Ai Capigruppo alla Camera ed al Senato d i tutti i gruppi Parlamentari presenti in Parlamento;
• Ai Capigruppo dci gruppi Parlamentari del Parlamento Europeo;
• Al Presidente della Regione Puglia
• Al Presidente dcl Consiglio Regionale della Puglia
• Ai Capigruppo dei gruppi Consiliari Regionali della Puglia
• Al Presidente dell'ANCI
• Ai principali Organi di Stampa Locali e Nazionali.
Il Consigliere Comunale Antonio Comitangelo chiede di emendare l'ordine del giorno in discussione nel senso di cassare dal penultimo capoverso riportato a pag. 3 dell'ordine del giorno ovvero da " IMPEGNA … Il Presidente del Consiglio Comunale……………….." sino al periodo ripotato a pag. 4 dell'ordine del giorno, ovvero sino a "…….. di autonomia differenziata. Esce dall'Aula il Consigliere Comunale Damato Antonio Angelo. Si procede quindi alla votazione sull'emendamento dell'ordine del giorno, così come sopra riportato, attraverso il sistema multimediale integrato, dando lettura degli esiti sotto riportati:
Consiglieri presenti: 27 Consiglieri assenti: 6 (Calabrese Gennaro, Damato Antonio, Dimonte Luigi, Grimaldi Ruggiero, Memeo Riccardo, Spinazzola Adelaide) Voti a favore: 24
Voti contrari: == Astenuti: 3 (Diviccaro Michela, Doronzo Carmine, Paolillo Giuseppe)

II CONSIGLIO COMUNALE
Visto l'Ordine del giorno presentato acclarato al protocollo n. 25323 del 29/03/2023 ex art. 60 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale.
Sentita l'illustrazione di detto ordine del giorno ed il dibattito che ne è seguito, così come da resocontazione in atti;
Prima della votazione escono i Consiglieri: Antonucci Luigi Rosario, Cefola Gennaro, Dileo Rocco, Mele Stella.
Si procede quindi alla votazione dell'ordine del giorno, attraverso il sistema multimediale integrato, dando lettura degli esiti sotto riportati:
Consiglieri presenti: 23 Consiglieri assenti: 10 (Calabrese Gennaro, Damato Antonio Angelo, Dimonte Luigi, Grimaldi Ruggiero, Memeo Riccardo, Spinazzola Adelaide, Antonucci Luigi Rosario, Cefola Gennaro, Dileo Rocco, Mele Stella)
Voti a favore: 17 Voti contrari: == Astenuti: 6 (Ceto Giovanni, Comitangelo Antonio, Dibenedetto Giuseppe, Fiorella Ruggiero, Lanotte Marcello, Piccolo Raffaella)
L'ordine del giorno su "Ordine del giorno sull'autonomia differenziata ex art.116 comma 3 della Costituzione Italiana", così come risulta dalla illustrazione ed il dibattitto che ne è seguito, è approvato.

DELIBERA
1. DI APPROVARE l'"Ordine del giorno sull'autonomia differenziata ex art.116 comma 3 della Costituzione Italiana", così come emendato;
2. ESPRIME CONTRARIETA' rispetto al metodo ed al merito del Decreto Legge sulla "Autonomia Regionale Differenziata "elaborato dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, approvato dal Consiglio dci Ministri lo scorso 2 febbraio 2023 che ha platealmente e in modo preoccupante posto ai margini il Parlamento Italiano su un tema di tale portata.
3. ESPRIME FORTE PREOCCUPAZIONE come amministratori del Mezzogiorno d'Italia che la forzatura e la precipitazione in atto sul tema della autonomia regionale differenziata possa tradursi in una ulteriore penalizzazione delle regioni meridionali e con un approfondimento del divario su1 terreno socio/economico fra il Nord ed il Sud d'Italia.
4. RITIENE che alla base della discussione sulla attuazione di quanto previsto dal titolo V Stella Costituzione debba esserci innanzitutto la definizione piena e condivisa dci L.E.P.
5. RITIENE che il rischio di approfondimento delle differenze territoriali fra Nord e Sud Italia sia, per altro, in aperto contrasto con gli indirizzi e gli obiettivi su cui si fonda il P.N.R.R. per il cui perseguimento l'Unione Europea ha finanziato il Piano della Ripresa e della Resilienza del nostro paese dopo il dramma della pandemia da Covid 19.
6. FA APPFLLO al Parlamento Italiano perché avochi a sé la discussione sulla "autonomia regionale differenziata", quale organo rappresentativo dell'intero popolo italiano e garante di quella unità affermata nella Carta Costituzionale.
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