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Turismo e urbanistica, «basta accozzaglia di stili e bivacchi»

Spronare a una nuova visione turistica estiva, la lettera di un cittadino

«Qualche tempo fa (esattamente ad agosto scorso), avevo scritto delle considerazioni sulla condizione in cui versa la nostra (amata?) città, ed al riguardo avevo rappresentato quello che, secondo me, poteva essere il percorso idoneo per uscire da questo brutto oblio gelatinoso nel quale siamo sprofondati, imprigionati in questo inatteso "medioevo" barlettano. Questo "percorso idoneo" può partire unicamente dal rilancio delle potenzialità turistiche della città, sola (ed ultima) speranza per la nostra economia. Nel rimpallo di responsabilità, ritengo che sia l'amministrazione comunale l'elemento centrale del problema, i cittadini, quando è necessario "vanno guidati ed educati", altrimenti a cosa serve la stessa amministrazione?

Faccio un ragionamento "terra terra" preso atto che a distanza di un anno, la situazione è a dir poco peggiorata. Se devo ricevere degli ospiti a casa mia, naturalmente mi preoccupo di mettere la casa in ordine, pulirla, evitare che i miei figli abbiano un comportamento tale da mettermi in imbarazzo con i miei ospiti ecc. Alla stessa stregua, se devo ricevere turisti nella mia città, farò esattamente la stessa cosa, la metterò in ordine (regolamentazione del traffico e dei parcheggi), la terrò pulita (Barsa dove sei?). Farò in modo che i cittadini non adottino comportamenti tali da "mettermi in imbarazzo con gli ospiti" attraverso l'impiego dei vigili urbani (anche questo è un elemento centrale del problema). Garantirò una cordiale ma costante presenza dei vigili sulle litorali, la mattina per gestire quell'orda di auto che si riversa al mare e la sera per evitare l'indegno spettacolo dei bivacchi serali (a ponente ma anche a levante). A tutti è ovviamente consentito passeggiare, ma nessuno può occupare le litorali come fossero campi rom, ragion per cui, a levante, per esempio le attività commerciali si sono desertificate.

In verità, data la mia convinzione che, solo se ci si dà grandi ideali e grandi obiettivi si "vola alto" altrimenti ci si condanna alla mediocrità (come nella vita) mi ero spinto anche oltre, immaginando la istituzione di un ufficio "ad hoc" che si occupasse di migliorare l'aspetto urbanistico della città regolamentando:

1) nel centro storico, la eliminazione graduale ma obbligatoria di tutti gli elementi in contrasto con lo stile dei palazzi d'epoca (infissi in alluminio, tendaggi "cafonal" ecc) come semplicemente hanno già fatto tutte quelle città in cui il turismo è una voce importante per la propria economia, vedi Trani, Bisceglie, Margherita di Savoia;
2) nelle nuove costruzioni va istituito un "criterio estetico prestabilito ed armonico" per evitare quella accozzaglia di stili e colori che collocano Barletta lontana anni luce dall'ideale di "città bella";
3) infine gli strumenti urbanistici, nel delineare la città di domani, devono invertire l'ordine stabilito nel passato, quando si sono edificate fabbriche verso il mare e case verso l'interno, al fine di destinare tutta la parte migliore del nostro territorio (quello che guarda il mare) esclusivamente a fini residenziali e ricettivi.

Voglio sperare che, per il prossimo agosto Barletta abbia cancellato questo buio ed improvviso medioevo per una nuova illuminata rinascita. E' in gioco il nostro futuro!».

[Sabino Gorgoglione]
  • turismo
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